L’aggressione al collega Costantino Montuori costituisce in ogni caso un atto gravissimo di intimidazione, perché colpisce un operatore dell’informazione che si apprestava a fare solo il proprio dovere al servizio della collettività. Ci auguriamo che sia solo un caso isolato e frutto di qualche mente non proprio a posto. Diciamo questo perché non ci piace il clima complessivo nel quale lavorano i rappresentanti della stampa, i quali sono considerati disturbatori dei manovratori di turno specie nel comparto della politica, una sorta di guastafeste che farebbero bene a stare rintanati nel proprio cantuccio. Quando il clima diventa pesante, di diffidenza è facile, poi, aprire i varchi a qualche facinoroso di troppo. Montuori è il collega che si va cercare le notizie non solo nelle sedi istituzionali, ma soprattutto stando ogni giorno a contatto con la strada, come dire direttamente con l’umore della pubblica opinione. Un lavoro certamente non facile, che dovrebbe, invece, essere sostenuto proprio dalla pubblica opinione per la quale viene prestato questo prezioso e irrinunciabile servizio di informazione e di contenitore delle varie istanze. La redazione ha già espresso la sua solidarietà, alla quale aggiungiamo la nostra, nella speranza che anche altri colleghi facciano fronte unito e non si disperdano nei mille rivoli di presunta diversità e specificità, come è accaduto nel caso del divieto a registrare in Consiglio Comunale opposto tempo fa all’altro collega Roberto Notarangelo. In quest’ultima occasione, non vedemmo in giro molta solidarietà!
a.d.m.