Non è una esagerazione affermare che la popolazione è esasperata per le continue e talvolta prolungate interruzioni idriche. Ed é esasperato persino il Sindaco Pasquale Dotoli, il quale non manca di far sentire, purtroppo inutilmente, la sua lagnanza, verso quegli enti deputati ad assicurare le forniture o, in qualche maniera interessati al problema. Naturalmente anche l’argomento-acqua, specie ora che siamo in campagna elettorale, entra di forza in politica, cosìcché anche qui si assiste al solito gioco dello scaricabarile, come se la fornitura dell’acqua dipendesse direttamente da Palazzo Città. Di conseguenza, il primo cittadino deve sorbirsi anche le critiche dell’opposizione o di quanti nell’area politica ritengono che egli abbia qualche responsabilità. Di qui si giustifica il ricorso di Dotoli alla Magistratura, sperando che questa finalmente accerti le responsabilità, visto che sinora con le buone nessuno ha ritenuto di avere la responsabilità e il dovere di farlo nelle forme di rito. Neppure le continue segnalazioni della stampa sono servite a scuotere l’ambiente degli addetti ai lavori, tanto è vero che quando ci sono le interruzioni nessuno sa niente, circostanza questa che viene verificata dagli stessi cittadini quando si rivolgono ai vigili urbani o alle altre forse dell’ordine in cerca di notizie. Certamente le interruzioni possono essere impreviste e improvvise, per cui non sempre si può agire tempestivamente sull’informazione.
Ma, questo non basta a giustificare il silenzio che avvolge l’intervento, come se la cosa riguardasse un fatto di pochi intimi, una questione privata. Dunque, sarà la Procura della Repubblica di Lucera a capire di chi è la responsabilità di quella che il Sindaco ipotizza come interruzione di pubblico servizio. Indipendentemente dall’esito dell’indagine, si spera che nell’immediato il ricorso ai giudici faccia mettere la mano sulla coscienza a quanti hanno la responsabilità istituzionale, civica e morale di fornire una cittadina di 36 mila abitanti di un bene primario, rispetto alla quale bisognerebbe agire davvero in maniera tale da evitare frequenti e talvolta prolungate cessazioni della fornitura di acqua. Cosa questa che penalizza soprattutto il centro storico , ricco di case belle ed affascinanti architettonicamente, ma mancanti di autoclave. Centro storico nel quale risiedono soprattutto anziani, che spesso per problemi motori non possono neppure portarsi a casa di qualche parente delle nuove zone per fornirsi di un minimo di acqua almeno per i bisogni igienico-sanitari e di alimentazione. E tra i danni vanno segnalati anche quelli che si riversano sul commercio e sull’artigianato, che già non versano in floride condizioni per le ragioni collegate alla crisi in atto. E, per finire, c’è anche un problema di rispetto verso una popolazione che non può essere ancora ignorata e in qualche maniera offesa per questa mancanza di sensibilità. Speriamo che almeno il giudice riesca a mettere ordine in una situazione che sta diventando incandescente.