Era l’anno 1999 quando l’allora Sindaco del centro sinistra Mimmo Bonghi ( e la sua Amministrazione) lanciarono l’idea progettuale di far nascere una nuova sede della biblioteca comunale, posto che quella attuale, la “R. Bonghi”, manifesta tutti i segni e i limiti del tempo soprattutto in ordine alla sua capacità ricettiva. L’avanzo di amministrazione dell’epoca, circa 30 miliardi di lire, consentiva di incominciare a pensare alla grande, cioè ad opere strutturali che consentissero di far sorgere presidi della cultura di alto profilo, in grado di sostenere meglio e in maniera più amplificata l’offerta culturale. E la biblioteca in questo senso rappresenta una delle migliori carte da spendere per una città che è certamente protagonista nel settore, anche oltre i confini locali. A ciò si deve aggiungere che il progetto consentiva il simultaneo recupero e restauro del vecchio convento francescano di “San Pasquale” e la completa qualificazione dell’area entro cui tale antico edificio si colloca, cioè quella a ridosso dei giardini pubblici. Il primo stanziamento di cinque miliardi consentì di attrezzare subito il cantiere, con una velocità operativa insolita nel settore delle opere pubbliche e che lasciava intravedere un finale altrettanto rapido.
Così, purtroppo, non è stato, perché c’è stata una continua e defaticante revisione progettuale, con adeguamento di prezzi che hanno presto sforato il pur corposo finanziamento iniziale. Siamo passati così ad una spesa sino ad ora certifica di circa 9 miliardi di lire, come dire il doppio di quella preventivata, differenza che è stato complicato trovare sia nel bilancio comunali che in quello di altri enti, anche in presenza di situazioni di difficoltà dei bilanci degli enti territoriali. Ora pare che sia giunto il momento di abbattere la recensione del cantiere e di aprire le porta alla nuova sede della biblioteca e pinacoteca. Il 2013 dovrebbe essere l’anno buono per tagliare il nastro augurale. Anche il trasporto del corposo patrimonio librario è stato effettuato, con grande sacrificio dei pochi dipendenti, i quali si sono sottoposti ad un vero tour de force per rendere finalmente agibile gli spazi di consultazione. L’inaugurazione della nuova biblioteca comporterà anche una ridistribuzione degli uffici comunali nella sede centrale del vetusto Palazzo Mozzagrugno, che potrà avere a disposizione nuovi spazi utilizzando quelli della vecchia biblioteca. A meno che, come qualcuno dice, si voglia lasciare in vita la vecchia “Bonghi” come sede di rappresentanza con l’attuale denominazione, mentre alla nuova verrebbe assegnato il nome di Giambattista Gifuni, in onore del bibliotecario lucerino che ha reso prestigiosa questa istituzione.