Si viaggia non per fuggire, ma per modificarsi. Lo ha capito bene un viaggiatore consumato come Pasquale Regina, che nei viaggi si rapporta di continuo con se stesso, davanti a un mondo nuovo che può suggerire approcci diversi. Se la meta è l'India, con tutte le sue suggestioni, questo appare evidente. «A contatto con magie e proiezioni dell'anima, Pasquale Regina cambia pelle - nota anche Ubaldo Soddu nella sua prefazione al volume - si scopre robusto e coraggioso, estrae dalle borse farmaci e amuleti, sconfigge le febbri, sostiene la resistenza dei complici, trasforma ogni ferita in nuova consapevolezza». Il sogno è il termine di paragone più frequente di questo viaggio per Regina e, come raccontando un sogno, l'autore è attentissimo a ogni particolare.