I tutolliani ( quelli che si rifanno al partito della pagnotta di Antonio Tutolo) e i grillini si contenderanno la prima pagina, come si direbbe in gergo giornalistico, nella ormai vicina campagna elettorale locale. I primi non hanno mai nascosto l’ambizione (legittima) di prendersi la gestione del Municipio, forti di un innegabile consenso popolare conseguito cavalcando puntualmente i problemi della città e ponendosi come forza d’urto in Consiglio Comunale. E fino a qualche anno fa l’aspirazione di Antonio Titolo e compagni sembrava avesse un serio fondamento, perché, in definitiva, il suo movimento in qualche maniera gestiva l’antipolitica emergente, il mal di pancia verso la Casta e la resa negativa dei partiti che sinora si sono alternati a Palazzo Mozzagrugno. Anche noi, qualche tempo fa, ritenevano che Antonio Tutolo potesse avere diverse carte da giocare per aspirare alla carica di primo cittadino, quasi a rappresentare un vero ribaltamento delle posizioni dei partiti tradizionali, che, per la verità, nulla o poco hanno fatto per meritarsi la stima incondizionata dei cittadini. Però, adesso il gioco si fa duro, perché anche a Lucera i grillini si stanno organizzando e sono fermamente decisi ad attribuirsi il merito di quel cambiamento sostanziale tante volte annunciato e mai realizzato.
E’ verosimile che i grillini andranno a pescare nel bacino elettorale del partito della pagnotta, anche perché i temi nazionali fanno da cassa di risonanza per le vicende locali. Forse nulla hanno da temere PDL e Pd, che non dovrebbero avere difficoltà a mantenere almeno le recenti posizioni, come del resto sembrano indicare i risultati delle ultime elezioni politiche. Potrebbe verificarsi a Lucera la stessa situazione di ingovernabilità, cioè l’esito delle urne potrebbe non assegnare a ciascun raggruppamento i voti necessari per amministrare in autonomia, senza il concorso di alleati disomogenei. Anche se a livello locale le motivazioni possono essere diverse. Sempre nel gioco dei voti non inquadrati nello schema tradizionale, un ruolo altrettanto importante avranno le liste civiche, che notoriamente sono legate per lo più alla figura di colui che le tiene a battesimo. Sembra ovvio il riferimento a quella capeggiata dal senatore Costantino Dell’Osso, che, però, potrebbe decidere di non scendere in campo, forse condizionato dalle ultime vicende che lo hanno visto abbassare bandiera una volta divenuto parte attiva della Giunta Dotoli. Ma, si sa, Dell’Osso è spesso imprevedibile, per cui potrebbe ancora prevalere il suo sviscerato amore per la città e il suo innato senso del combattimento, di buttarsi nella mischia.
Da quello che si può valutare oggi, il quadro d’assieme delle presenze partitiche potrebbe risultare molto frazionato ed eterogeneo, prospettiva questa che potrebbe non agevolare la formazione di una Amministrazione con idee convergenti. Naturalmente molto dipenderà anche dal carisma dei candidati sindaci, circostanza questa che nei centri di piccole e medie dimensioni è certamente un fatto determinante. Ci sarà da vedere se Pasquale Dotoli per il PDL vorrà ancora tornare in campo, dopo la buona dose di veleni che ha dovuto sorbirsi e se le forze fresche defluite nel Pd potranno migliorare l’immagine del partito, che cerca di rilanciarsi mobilitando anche tutto il quadro d’assieme della sinistra. Staremo a vedere. Di certo si può dire che i grillini costituiranno la voce nuova della campagna elettorale. Se sarà anche originale tanto meglio.
a.d.m..