Diciamo le cose papale papale, come direbbe il nostro Lino Banfi. Ha ragione il coordinatore locale del Pd Fabrizio Abate quando si lamenta della scarsa, deludente, insignificante partecipazione dei lucerini alle primarie locali del suo partito. Ha ragione quando dice che i lucerini richiedono a gran voce una propria rappresentanza nelle istituzioni nazionali, regionali e provinciali, ma alla prova dei fatti latitano, non si fanno vivi, eludono i problemi emergenti. La sua è una amara constatazione, che non sorprende più di tanto chi scrive queste note, dato che già in passato i lucerini non hanno dato buona prova di sé su questo terreno. I lucerini, non a caso, sono definiti dei brontoloni a tempo perso, nel senso che sono imbattibili nel bla bla, ma inconcludenti quando bisogna chiudere. Abbiamo riferito sino alla noia che già nel 1967 i viaggiatori si dimostrarono disertori, allorché, in occasione della soppressione del treno, i viaggiatori optarono per l’utilizzo dei mezzi su gomma che le FF.SS misero furbescamente a disposizione, quasi a tendere una trappola per avere la prova che l’utenza tutto sommato preferiva i pullman al treno. Anche recentemente le cose non è che siano andate diversamente. Pure per la vertenza ospedale non si sono avuti sfracelli. Quelli che hanno protestato, anche rischiando per la propria salute, sono stati pochissimi. Se non ci fossero stati quei ragazzi del comitato non avremmo neppure fatto quel poco di chiasso goliardico emerso durante le sfilate. Pure per il tribunale non vi è stata una massiccia partecipazione di popolo, tanto da indurre l’avvocato Raffaele Preziuso a sottolineare il fatto che il presidio giudiziario non era una questione privata degli avvocati, ma un problema che riguardava tutta la comunità.
Per non parlare delle altri uffici che sono stati smantellati alla chetichella, senza che qualcuno abbia fatto un tentativo di protesta per salvarli. E, allora, di che ci lamentiamo? E per il problema della grande puzza? Solo pochi volenterosi hanno preso a cuore il problema, che pure interessava tutta la comunità cittadina ed oltre. Forse non abbiamo neppure il diritto di lamentarci, se alla prova dei fatti non riusciamo a difendere il nostro patrimonio, che altri, con tanti sacrifici, hanno acquisito negli anni. Andiamo a vedere l’esito delle votazioni delle primarie. Altrove, a Cerignola, Manfredonia e San Severo, per limitarci ai centri più importanti, la partecipazione è stata davvero massiccia e sono usciti vincitori quelli che più hanno saputo difendere il proprio territorio, il proprio ospedale, il proprio tribunale. Sono quelli dai quali ci aspettavano una mano e che, invece, ci hanno girato le spalle al momento opportuno, Sono quelli che avremmo dovuto penalizzare e che, invece, proprio da noi sono stati i più suffragati sia pure con un punteggio ridicolo. Fabrizio Abate ha ragione di lamentarsi e di fare un appello perché ci sia una sorta di mobilitazione civica, si potrebbe dire morale in difesa di Lucera.
Forse il suo messaggio sarà inascoltato, perché i partiti a Lucera non esistono e quando esistono si riducono a ben poca cosa. Anzi, ci sarebbe da chiedere quale ruolo abbiano avuto i partiti in questo contesto di disinteresse generale. Ci sarebbe da dire che le formazioni politiche non hanno praticamente fatto molto per dare fiducia, entusiasmo e spinta propulsiva alla cittadinanza, che si è vista ripetutamente tradita, abbandonata proprio da coloro che dovrebbero operare con spirito di servizio. I tanti giullari della politica fanno mille contorsioni per sopravvivere, anche saccheggiando i problemi della città. Quando nel massimo consesso cittadino si assiste a spettacoli poco edificanti cosa si può aspettare dai cittadini, ai quali è stata tolta persino la speranza di credere nel proprio futuro?
Antonio Di Muro