No, non è una provocazione o, se volete, una assurdità quella che andiamo a porre all’attenzione dei lettori. Alla vigilia di ogni Consiglio Comunale o di appuntamenti politici importanti si intona puntualmente il de profundis per questa Amministrazione, a cui si accordano tempi di sopravvivenza sempre più corti. Anche diversi organi di stampa se la tirano, addebitando a questa ex maggioranza di centro destra tutti i guasti della città. Puntualmente accade il contrario, nel senso che, per una ragione o per un’altra, si riesce sempre a trovare la quadratura del cerchio in extremis per evitare lo scioglimento anticipato del Consiglio Comunale. Lo abbiamo detto già in un’altra occasione, beccandoci qualche riferimento un po’ scanzonato e riferito alle nostre facoltà intellettive, all’insegna del “ma questo cosa dice?”. E’ la somma delle debolezze che nei momenti cruciali si raccatta per evitare la caduta. In primis, va detto che i consiglieri comunali non hanno la minima intenzione di andare prematuramente a casa, perché si trovano ancora nella condizione di ottenere qualche vantaggio dalla politica e perché sanno che alle prossime elezioni finiranno bruciati nel dimenticatoio. Alternativamente i presenti cercano di puntare i piedi, ma lo fanno come i dilettanti allo sbaraglio, dato che pochi sono intenzionati ad essere veramente coinvolti in queste manifestazioni di dissenso.
Così avviene che diventa fuoco di paglia ogni iniziativa che non passa attraverso lo zoccolo duro della presa di posizione di un gruppo comunque schierato. E, allora, all’opposizione si trovano i soliti, che spingono nella direzione dello scioglimento del Consiglio, ma solo per alimentare un fuoco pirotecnico, di facciata, perché nella realtà non hanno i numeri per determinare il richiesto cambiamento della situazione politica a Palazzo Mozzagrugno. Dunque, tante debolezze fanno una fortezza. E le debolezze, quando vi è la consapevolezza di essere tali, si sostengono a vicenda spalla a spalla, , si puntellano e alla fine si mantengono in equilibrio per una sorta di miracolo. Quando invece vi sono più fortezze, queste, consapevoli della loro forza eruttiva, si lanciano alla cieca pensando di farcela singolarmente, ma alla fine finiscono al tappeto per mancanza di coordinamento. Forse è un gioco di parole politicamente non corretto, ma sufficientemente indicativo dello stato in cui si trova ad operare il Consiglio Comunale di Lucera, che, tranquilli, arriverà puntualmente alla scadenza naturale, prevista fra appena un anno.
E, poi, come non evidenziare obiettivamente la grande forza di mediazione (e di pazienza!) del primo cittadino Pasquale Dotoli, il quale viene attaccato da tanti, ma alla fine riesce ad ottenere sempre quello che vuole e tenere insieme i cocci lasciati sul pavimento dai tanti veri o falsi dissidenti. Diciamolo francamente: se questa Amministrazione, pur tra tanti marosi, riesce ancora a sopravvivere, è perché Dotoli è riuscito a tenere a bada tutti i pretendenti alla poltrona, i quali alla fine sono stati messi nelle condizioni di non nuocere. In qualche maniera questa Amministrazione ha avuto la stessa sorte di quella capeggiata da Peppino Labbate, il quale è riuscito a portare a termine la consiliatura attraverso un defaticante lavoro di puntellamento e una rotazione di assessori da far venire il capogiro. Non è quello che sta accadendo anche con Pasquale Dotoli?
a.d.m.