In quanto a chiacchiere e promesse stiamo a posto. Sono i fatti che mancano del tutto, quelli che dovrebbero dirci che col ridimensionamento dell’ospedale “Lastaria” l’assistenza sanitaria ed ospedaliera in particolare non dovrebbe subire alcun colpo. Esaminando il consueto cerimoniale di questi casi, si ha la sensazione che ci stanno prendendo in giro. Si annunciano programmi altisonanti per buttare un po’ di fumo negli occhi e far passare il declassamento del “Lastaria” nella maniera più indolore possibile. Ragioniamo. Intanto, bisognerebbe credere che il costo dei promessi nuovi servizi sia inferiore a quello di gestione per la tenuta in vita dell’ospedale. Cosa che francamente è molto improbabile, se non per il fatto che in Italia quando si va mettere mano alle riforme i costi crescono sempre in maniera esponenziale. Da quanto emerso dalla conferenza stampa dell’Assessore Regionale alla Sanità Elena Gentile e del suo braccio destro Attilio Manfrini non è possibile stare tranquilli circa il miglioramento dell’assistenza territoriale, anche perché ai nuovi servizi sembra mancare la necessaria specializzazione, per cui essi dovrebbero limitarsi a fare da smistamento verso le strutture ospedaliere vere e proprie. Ma, ammesso e non concesso che con i nuovi modelli di assistenza venga fuori qualcosa di buono, perché non accompagnare il lavoro di ridimensionamento del “Lastaria” con la nascita effettiva delle nuove strutture?
Perché abbattere e poi pensare di ricostruire? Intanto, l’ospedale versa in condizioni precarie, con un personale (quello che resta) completamente demotivato e con reparti che funzionano solo sulla carta e con l’indicazione sulle targhette di rito ( come il Centro di Salute Mentale non proprio all’altezza della situazione). Uno smantellamento che irresponsabilmente fa seguito ad un periodo di splendore del nosocomio, indicato anche a livello nazionale quale presidio di eccellenza. Insomma, si sta procedendo nella maniera opposta a quella che le popolazioni si aspettavano, anche rispetto agli stessi programmi regionali della sanità, che prevedevano un ulteriore potenziamento delle strutture, come i tanti nuovi locali lasciavano supporre anche da un punto di vista visivo. La sensazione – e non solo – è in atto un vero scippo, che neppure le tante legittime proteste hanno potuto evitare.
O se preferite un colpo di mano da questi signori della sanità, che non si sono distinti per la qualità dell’assistenza, ma per l’accumulo di tanti debiti contratti non sempre per questioni istituzionali, come le tante indagini penali sul tema dimostrano. E, inoltre, assistiamo ad un processo di generale sbandamento che proviene dalla sensazione di non poter più affidare la propria salute ad un presidio ospedaliero di garanzia. I viaggio verso Foggia ed altri ospedali diventano sempre più frequenti e ciò dimostra che si è determinata una discrasia non colmata da interventi compensativi, come dicevamo prima. La sanità dalle nostre parti è ormai in balia delle chiacchiere, priva di riferimenti seri, votata allo smantellamento dell’esistente, senza la minima prospettiva di riequilibrare situazioni che appesantiscono anche l’aspetto sociale. Ma questo poco importa ai nostri politici chiacchieroni. Loro hanno la possibilità di utilizzare le più rinomate strutture ospedaliere quando hanno problemi di salute!
a.d.m.