Il ragionier Ugo Fantozzi, la maschera più longeva del cinema italiano, ha esordito sul grande schermo a Pasqua del 1975. Il personaggio nasce prima in tv e poi sulla carta. Nell'estate del 1968 il suo creatore, Paolo Villaggio pubblica sull'Europeo, alcuni dei suoi racconti .Nel 1971 i monologhi furono raccolti da Rizzoli nel libro "Fantozzi", che in pochi mesi vendette un milione di copie. L'aggettivo "fantozziano" si trova nel vocabolario italiano, mentre espressioni quali "megadirettore galattico", "come è umano, lei", "salivazione azzerata" fanno ormai parte del linguaggio comune. Nel 1975, quando Fantozzi esordì sul grande schermo per la regia di Luciano Salce, fu campione di incassi, restando in programmazione alcuni mesi. Con Fantozzi troviamo Filini, la signorina Silvani, Calboni, il (Megadirettore galattico), Pina (moglie) e la figlia Mariangela . La saga fantozziana copre un arco di quasi venticinque anni, dal 1975 al 1999, e si compone di dieci film. Fantozzi continua ad incarnare il ruolo di vittima del consumismo e pur di fare la settimana bianca, di comprarsi una barca per la pesca, di seguire vari hobby imposti dall'implacabile Filini o dai vari megadirettori, Fantozzi firma cambiali su cambiali. Lo fa per essere come gli altri, per sentirsi accettato all'interno del complesso sociale. Fantozzi è l'unica maschera ad invecchiare sullo schermo: non è accaduto a Chaplin, Stanlio e Ollio e Totò, sempre uguali a loro stessi. Se Totò ha raccontato la fame del dopoguerra, Sordi ha incarnato la furbizia e il cinismo degli italiani, Fantozzi è il prodotto del miracolo economico, giunto definitivamente al termine. Il nostro ragionier Ugo interpretato da Paolo Villaggio, recentemente scomparso, possedeva un auto del tutto particolare “ la bianchina” accompagnata sempre da una nuvoletta nera, ennesima conferma del suo status di “sfigato”. la Bianchina che era all’inizio della produzione avvenuta nel 1957,( festeggia 60 anni) il modello Autobianchi che surclassò il successo della 500 diventandone l’alternativa chic. Il modello utilizzato nei film di Fantozzi fu proposto a partire dal 1962, con l’arrivo della versione Berlina a 4 posti. Sostituta della Trasformabile, montava lo stesso telaio e motore ma offriva una buona abitabilità interna. Nel 1965 fu protagonista di un leggero restyling, per poi rimanere in produzione fino al 1969 quando tutte le versioni della Bianchina uscirono dal listino dopo oltre 300.000 esemplari prodotti. A dare il colpo di grazia all’immagine della Bianchina ci ha pensato la saga di Fantozzi additandola come auto sfortunata per eccellenza. Sicuramente una fine ingloriosa che non rispecchia i successi commerciali ottenuti. Citycar compatta con motore posteriore e grande tetto apribile in tela, rispetto alla 500 con cui condivideva telaio e motore si differenziava per l’abitabilità migliorata e soprattutto per un livello qualitativo superiore. Nonostante il prezzo superiore, 565.000 lire per la Bianchina contro le 490.000 della 500, nei primi mesi di vendita il modello Autobianchi superò quello a marchio Fiat. Oltre all’aspetto chic e alla qualità delle finiture, il punto di forza della “Trasformabile” era la rateizzazione in 30 rate proposta da Sava.
Giuseppe AUFIERO