Un romanzo storico che racconta l’eccidio di San Giovanni Rotondo ed il drammatico primo dopoguerra italiano.
LUCERA – Proseguono gli appuntamenti culturali al Circolo Unione. Il sodalizio di piazza Duomo infatti alle 19,00 venerdì 6 maggio ospiterà la presentazione del romanzo storico “Il gioco della vita degli altri” di Matteo Fiorentino.
La Capitanata cento anni fa, all’indomani della “Grande Guerra”, fu teatro di un’autentica guerra civile, con scontri fra socialisti, carabinieri e squadristi che fecero diecine di vittime. Tre gli eccidi più gravi, quello di Lucera dell’11 luglio 1919, quello di San Giovanni Rotondo del 14 ottobre 19120 e quello di Cerignola del 15 maggio del 1921, in occasione delle elezioni che portarono per la prima volta Giuseppe Di Vittorio in Parlamento.
“Il gioco della vita degli altri” è incentrato sull’eccidio di San Giovanni Rotondo, costato la vita ad un consigliere comunale, un carabiniere, e dodici manifestanti. L’eccidio di San Giovanni Rotondo con le sue 14 vittime fu tra i più gravi avvenuti in Puglia ed in Italia durante il tormentato periodo del primo dopoguerra, che aprì le porte alla dittatura di .
Quella di venerdì 6 maggio sarà la prima presentazione in assoluto del romanzo e sarà aperta dai saluti del presidente del Circolo Unione Silvio Di Pasqua. Con l’autore converserà Francesco Barbaro collaboratore della “Gazzetta del Mezzogiorno” ed autore di volumi di storia fra cui “La Capitanata nel Primo Dopoguerra” e “Lucera la strage dimenticata”. Durante la presentazione vi sarà la lettura di frammenti del romanzo con Giusi Fontana, Luciana Iannantuoni e Selene Coccia che daranno voce a tre donne protagoniste del libro di Fiorentino. I diversi momenti della serata saranno intervallati dalle note musicali del pianista Giuseppe Fiorentino.
“Il gioco della vita degli altri” è un romanzo di ambientazione storica, sviluppato come un’indagine intorno a fatti realmente accaduti. Il 14 ottobre del 1920, a San Giovanni Rotondo, durante un corteo organizzato dai socialisti per festeggiare la vittoria delle elezioni comunali, viene aperto il fuoco sulla folla. Muoiono tredici manifestanti e un carabiniere. In seguito alla notizia dell’eccidio, il ministero dell’Interno invia a indagare su quanto accaduto l’ispettore generale Vincenzo Trani, uno dei migliori poliziotti investigativi di cui il governo disponga.
L’episodio fornisce lo spunto per sviluppare una narrazione che, sotto forma di romanzo, si propone soprattutto di assumere il valore di inchiesta. L’evento storico di base è un fatto al tempo stesso poco conosciuto presso il pubblico nazionale e contemporaneamente carico di tratti capaci di colpire la curiosità e l’immaginario del lettore. Infatti, la strage s’incastra in un periodo di transizione fondamentale della storia nazionale che, sebbene sia stato al centro del Premio Strega M. Il figlio del secolo, ha ancora molto da rivelare. La presenza della figura storica del giovane Padre Pio è inoltre sì marginale, ma capace di sollevare ulteriori, affascinanti, interrogativi. Il rapporto tra il frate con le stimmate e la politica è inoltre da diversi anni al centro di un dibattito storico serrato e a tratti acceso, ed è uno dei temi ispiratori del film di Abel Ferrara, girato sul Gargano a fine 2021 e di prossima uscita.
Se lo spunto dell’indagine colloca il romanzo in un settore commercialmente molto vivo come quello del giallo/noir, l’espediente di ripercorrere gli eventi utilizzando il punto di vista di un protagonista d’invenzione circondato da personaggi realmente esistiti permette una grande libertà di movimento all’interno del perimetro storico dei fatti. Nella sua complessità, il romanzo fa ricorso alle molteplici possibilità offerte dal genere. Il piano della narrazione si apre infatti ad altre forme espressive, come il romanzo di formazione, la narrativa d’introspezione, il diario di guerra, la scrittura sinestetica.
Ad affiancare Vincenzo Trani nell’inchiesta c’è Andrea Lucciani, un personaggio di fantasia creato dall’autore. Lucciani è un tormentato ispettore corso in fuga dalla sua isola, pilota di automobili ed emblema vivente dell’esaltazione della dinamicità, teorizzata in quegli anni in Italia nella ricerca formale dei Futuristi. Per Andrea l’indagine si trasformerà così nel gioco della scoperta di una nuova vita. L’incontro con una giovane maestra e, come si è detto, quello con un enigmatico Padre Pio lo segneranno profondamente.
La cornice del racconto è costruita tra le atmosfere decadenti di una Roma all’epilogo dell’effimera stagione dannunziana e le suggestioni cromatiche delle due terre-isole, il Gargano e la Corsica, sovrapposte tra memoria e presente nei flussi di coscienza del protagonista. Sullo sfondo, l’inesorabile declino dello stato liberale, l’imminente avvento del Fascismo.
Docente di Italiano nella Scuola Secondaria di Secondo Grado, presso l’Istituto Tecnico Economico e Tecnologico “Vittorio Emanuele III” di Lucera Matteo Fiorentino è laureato in Lettere Classiche e in Archeologia all’Università Statale “Aldo Moro” di Bari; ha al suo attivo numerosi incarichi di docenza esterna in qualità di esperto di didattica italiana e di storia del territorio; è autore della pubblicazione scientifica: “Le chiese di San Giovanni Battista e di Sant’Onofrio a San Giovanni Rotondo. Note sul complesso monumentale”, Claudio Grenzi Editore, Foggia 2018; è stato per diversi anni Presidente dell’Associazione ‘Archeoclub d’Italia’ – Sede di San Giovanni Rotondo; ha collaborato a diversi periodici locali e nazionali e alla realizzazione di prodotti editoriali di carattere divulgativo-scientifico.