La Società Italiana di Geologia Ambientale – Sezione Puglia (SIGEA Puglia), a 50 anni dalla Legge n. 112/1963 che ha introdotto in Italia la regolamentazione della professione di geologo, ha organizzato a Lucera il convegno sul dissesto idrogeologico per fare il punto sui recenti studi e ricerche sul tema effettuate nell’area dell’Appennino Dauno.
Il convegno introdotto da Giovanni Calcagnì (Consiglio Nazionale dei Geologi) si aprirà con la relazione del Presidente Consiglio Nazionale dei Geologi, Gian Vito Graziano, che evidenzierà la necessità di una nuova legge di governo del territorio. In Italia, infatti, le aree ad elevata “criticità idrogeologica” superano il 10% della superficie (nel 2003 erano l’8%) e riguardano l’89% dei Comuni. Per Graziano “Una politica sostenibile di uso del suolo e di riduzione del rischio idrogeologico non può non passare attraverso una una nuova legge di governo del territorio, ripartendo dalle esperienze positive della L. 183/89, considerando ancora una volta il bacino idrografico come unità di governo e lavorando per rimuovere le criticità sia di quella legge, sia delle attuali forse ancora maggiori.
Una legge di governo del territorio deve portare con se una riforma urbanistica, l'implementazione delle reti di monitoraggio, le esperienze positive dei presidi territoriali, il rafforzamento di servizi tecnici multidisciplinari e, non ultimo, deve saper attribuire con chiarezza competenze, ovvero
Salvatore Gallicchio (Università di Bari) farà il punto sulle conoscenze geologiche dell’Appennino dauno rinvenienti dalla nuova cartografia geologica realizzata dal Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università degli Studi di Bari grazie ad una convenzione con il Servizio Geologico d’Italia e il Servizio Assetto del Territorio della Regione
Domenico Capolongo (Università di Bari) si soffermerà sulla recente Carta della pericolosità per frana dell’area di San “Bartolomeno in Galdo” redatta tenendo conto delle Linee guida per la realizzazione di una cartografia della pericolosità geologica connessa ai fenomeni diinstabilità dei versanti, delle successive modifiche suggerite dal Servizio Geologicod’Italia .
Federica Cotecchia (Politecnico di Bari) illustrerà i recenti lavori sviluppati, unitamente al Consiglio Nazionale Ricerche – IRPI, per la valutazione della pericolosità da frana nell’Appennino Dauno.
Roberta Pellicani (Università della Basilicata) si soffermerà sui modelli previsionali della suscettibilità da frana nel Subappennino Dauno.
I risultati dello studio sulla definizione di soglie pluviometriche per l’innesco di fenomeni franosi nel Subappennino Dauno saranno illustrate dall’ing. Pierluigi Loicono (Servizio Protezione Civile, Regione Puglia). Lo studio è stato sviluppato nell’ambito del progetto nazionale “Soglie Pluviometriche per il possibile innesco di fenomeni franosi superficiali” previsto dall’intesa operativa tra il Centro di Competenza - Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (CC-IRPI) e il Dipartimento della Protezione Civile (DPC).
Le conclusioni dei lavori, dopo il dibattito previsto, saranno conclusi da Rossella Pagliarulo, responsabile della sezione barese del Consiglio Nazionale Ricerche – IRPI.