Una grande emozione serpeggiava fra il numerosissimo pubblico presente nella trecentesca chiesa di San Francesco in Lucera la sera del 26 dicembre quando, in un’atmosfera semibuia “da presepe”, sono comparsi in fondo alla navata i bambini delle “Voci Bianche”, che, recando in mano una piccola luce, processionalmente andavano incontro ai cantori del Primo Coro schierato sui gradini dell’abside cantando con essi in concorde armonia l’Adeste fideles.
E la serata è trascorsa in un clima di partecipata gioia con un crescendo di entusiasmo che ha accomunato tutti attraverso il canto corale: brani di varia natura e di diversa origine, fusi in un percorso guidato che sollecitava i presenti a mettersi in ascolto del messaggio proveniente dalla Grotta di Betlemme, per poi passare in un momento di successiva riflessione personale all’apprendimento dello stesso ed infine alla sua diffusione attraverso le semplici e ripetute azioni della vita quotidiana.
Ecco il repertorio molto ricco, musicalmente prezioso e localmente impegnativo:
Voci Bianche: due canti natalizi popolari spagnoli (Zagalillos del valle venid e Tutaina).
Primo Coro: Ave maris stella (di C. Franco), Resonet in laudibus (di A. Schubiger), Ev’ry time I feel the Spirit (spiritual), Soon and very soon (spiritual), All Things bright and beautiful (di J. Rutter), Gerusalem (da I Lombardi alla prima Crociata di G. Verdi), Ave Maria (di Gounod), Let us go in the house of Lord (spiritual), I love the Lord (di Smallwood), Confirma hoc Deus (di A. Salieri).
Cori uniti: Carrellata di canti natalizi.
Lungo l’intera serata, attraverso il canto, pian piano ma con molta chiarezza abbiamo scoperto che noi del “vecchio mondo”, così presuntuosi nel nostro convincimento di essere “i grandi della storia” ma tanto rovinosamente precipitati in basso nel campo dei valori morali, dobbiamo lasciarci guidare dallo spirito dei nostri fratelli negri i quali, pur nella sofferenza più dura delle deportazioni e dello sfruttamento nelle piantagioni dell’uomo bianco, si son lasciati guidare dalla luce della Grotta di Betlemme che brillava in fondo al tunnel: insomma, una vera inversione di direzione nel campo missionario. Illuminanti in questa ricerca anche i testi degli altri canti che insistentemente invitano l’uomo a mettere Cristo al centro della propria vita.
Con questo concerto si chiude l’anno sociale della nostra Corale, attiva sul territorio fin dal 1942, che conta oltre cento soci di età compresa tra i sette e gli ottanta anni, che opera nel campo del “volontariato musicale” e si prefigge il compito della formazione artistico-professionale, sociale e civile attraverso il bel canto.
Auguri di pace vera a tutti.
Giada Cimino