Non può passare tra le cose di ordinaria amministrazione la denuncia fatta pervenire giorni fa organi di informazione dall’assessore al turismo Giacomo Capobianco. E’ vero, lui parla prendendo in considerazione il suo settore – quello del turismo – ma in qualche modo fa intendere che è la Giunta a non avere i poteri, la forza per poter realizzare ciò che programma attraverso gli atti di indirizzo. Capobianco è sfiduciato nella misura in cui pensava davvero di dare uno scossone salutare al settore turistico, attraverso quegli interventi seri e proficui conosciuti per via diretta attraverso l’attività svolta. In definitiva, egli afferma che le delibere di Giunta sono pezzi di carta inutili, visto che, poi, gli atti trovano mille difficoltà sui tavoli della dirigenza, che dovrebbe metterli nel circuito pratico. Insomma, si sente impotente e in qualche maniera, sia pure fra le righe, fa intendere che, perdurando questo stato di cose, le sue dimissioni non tarderebbero ad arrivare. Ovviamente, della cosa è stato informato anche il Sindaco Pasquale Dotoli, il quale ammetterebbe lo stato delle cose, ma non farebbe nulla per modificarle, sempreché abbia la voglia e il potere per farlo. Ci sembra che venga riproposto l’itinerario di Silvio Di Pasqua, il quale si buttò con entusiasmo nell’agone politico-amministrativo, pensando di mettere a disposizione della comunità la sua esperienza di buon conoscitore della comunicazione, dopo il fallimento della nomina dei portavoce.
Di Pasqua è durato solo pochi giorni. Poi, ha preferito tirarsi fuori dal quel concerto di solisti in cui ciascuno viaggerebbe per proprio conto. Il guaio che il “proprio conto” non coincide con gli interessi della città, per i quali questi signori si trovano al Comune. Capobianco non si butta a corpo morto, ma si capisce che ce l’ha con la struttura comunale e i suoi vertici. I quali ultimi, aggiunge, saranno pure ridotti all’osso, pur tuttavia non mancherebbero spazi utili per fare attività o una migliore attività. E’ chiaro che l’assessore non ha voluto rendere la situazione incandescente nei rapporti politici/dirigenti, pur tuttavia il suo segnale è chiaro, eloquente. Bisogna dare atto a Capobianco del coraggio che ci mette in queste denunce. Quest’ultima non è la sola, posto che già in passato aveva riscontrato motivi per ristabilire l’ordine delle cose. Si tratta di coraggio, perché è il solo o tra i pochi che prende carta e penna e far sapere ai cittadini come vanno le cose al Comune. Cioè male. Gli altri fanno finta che tutto va bene e che è meglio non sollevare polemiche che peggiorerebbero la situazione. Idea sbagliata, perché in un centro non grande come Lucera si percepisce subito lo stato di salute della Amministrazione comunale. E’ un atto di coraggio perché smentisce tutto quanto si dice circa la professionalità degli assessori. Una professionalità richiesta solo a chiacchiere, perché, poi, nella pratica questi professionali vengono messi nelle condizioni di non fare nulla.
Il tutto è paradossale nella misura in cui Capobianco è stato confermato assessore, motivo per il quale si deve ritenere che Dotoli lo consideri tra gli intoccabili. Va, bene dice Capobianco, ma intoccabile per fare che? Per fare nulla? Ci rendiamo conto delle difficoltà politiche e finanziarie in cui naviga o fa finta di navigare l’Amministrazione. Ci rendiamo conto di tutto, di tante cose, ma qui il discorso è che non si pretende la luna nel pozzo, ma una operosità che tocchi appena la sufficienza. Qualcuno dovrebbe rendersi conto che è finito il tempo delle tre carte e che a nulla serve restare impantanato in una situazione che produce solo danni alla città, quella città che aspetta atti di responsabilità e non attesa defaticante, inutile, forse colpose.
a.d.m.


