Per caso qualcuno ha visto in campo la Regione Puglia per protestare contro la soppressione del Tribunale di Lucera? Se c’è, si faccia avanti. Noi crediamo che la Regione si sia volutamente defilata ad evitare che qualcuno le facesse notare le sue inadempienze per l’ospedale che, a sua volta, è stato incomprensibilmente messo nello stesso libro delle soppressioni, come il presidio giudiziario. Insomma, avrà pensato Nichi Vendola (e compagni), è meglio stare alla larga ed evitare di finire infilzati dal contropiede. E’ mortificante constatare che la massima istituzione regionale sia assente dal dibattito sul mantenimento del Tribunale, che serve un territorio vastissimo e che gli stessi magistrati della DDA (Direzione Distrettuale SAntimafia) giudicano a forte rischio criminalità . Se la Regione non si fa sentire per questi problemi, non si capisce perché debba esistere! Forse esageriamo, ma il silenzio dei “regionali”, compresi quelli della Capitanata, è davvero mortificante, come la presa di posizione degli “autonomisti” di San Severo e Manfredonia, che volevano rimanere con Foggia, ma sono rimasti sonoramente bastonati, perché con Lucera se ne andranno anche le loro sedi. Invece, la logica dice che sarebbe dovuto accadere il contrario, non per salvare Lucera, ma per evitare la chiusura di tutte le altre sedi distaccate, a cominciare da San Severo e Manfredonia. Ancora una volta questi signori ”regionali” si sono rivelati degli ottimi accaparratori di voti e null’altro. Bisognerebbe tenerne conto al momento delle elezioni!
La Regione Puglia, democraticamente di estrema sinistra, avrebbe dovuto mettersi alla testa del movimento pro Tribunale, sostenendo le ragioni obiettive di chi non vuole farlo chiudere non per ragioni di campanile, come ha sottolineato ripetutamente l’avvocato Giuseppe Agnusdei, Presidente dell’Ordine Forense, ma per evitare che il nostro territorio venga privato di un patrimonio di cultura giudiziaria di prima classe e socialmente debole. In verità, ci abbiamo messo anche noi lo zampino per complicare le cose. Tuttora non si comprendono come gli avvocati di Foggia e San Severo abbiano potuto far partorire quei documenti farneticanti, attraverso cui si sono schierati sostanzialmente per evitare nuove aggregazioni (San Severo con Lucera), che avrebbero potuto rappresentare l’ancora di salvataggio per tutti. Perché allo stato, se il provvedimento dovesse definitivamente decollare con la formalizzazione definitiva in Consiglio dei Ministri, resterebbe in piedi solo Foggia, con l’azzeramento di tutto il resto. Questa querelle e il silenzio della Regione Puglia hanno avuto un peso determinante nei contatti avuti a livello ministeriale, dato che la presenza di un presidente di peso politico come Vendola avrebbe potuto indirizzare in altro modo l’orientamento del ministro Paola Severino, troppo sbrigativa ed anche incompetente nell’occasione, come hanno avuto modo di sottolineare alcuni degli esperti che si sono portati alla sua portata.
Ovviamente, per obiettività, il discorso va comprensibilmente oltre Lucera, perché qui si tratta di amministrare solo con Foggia una Giustizia che già fatica a stare in piedi ed ha già tanti annosi problemi, come quello delle sedi e della lunghezza dei processi. Stravolgere la geografia giudiziaria esistente potrebbe arrecare danni inimmaginabili, che andrebbero a carico dei cittadini, ma anche degli operatori della giustizia. I quali ultimi, per la verità, si sono spesso distinti per fare solo distingui, anche se formalmente hanno difeso la tenuta del Tribunale di Lucera e delle altre sedi distaccate. La Regione Puglia ha perso una occasione per compensare, in qualche modo, quello che non ha fatto per l’ospedale. Quasi a dire: vedete non sono pregiudizialmente contro i vostri problemi, posto che mi sto battendo per il mantenimento del Tribunale! Anche questo non è avvenuto e ciò la dice tutta sul senso di responsabilità e sensibilità degli amministratori regionali e della nostra classe politica dirigente e non.
Antonio di Muro


