Se abbiamo compreso bene ( in merito c’è stata una colluvie di comunicati!) le cose dovrebbero essere andate così. In Commissione Giustizia del Senato, quando è approdato il caso del mantenimento del Tribunale di Lucera, quelli del Pd si sono astenuti. Va ricordato e sottolineato che l’astensione al Senato equivale ad un voto contrario. Quindi, è come se il Pd avesse votato contro! La decisione di mantenere il Tribunale sarebbe passata con un solo voto di maggioranza, per cui si poteva correre il rischio che la questione venisse definitivamente archiviata . E’ vero che alla Camera, nella commissione gemella, il Pd ha votato a favore, ma questo, anziché comprendere l’atteggiamento dei parlamentari del Pd in Senato, allontana una risposta logica. Ora se le cose stanno così, il coordinatore di Lucera, l’amico Fabrizio Abate, anziché mandare comunicati polemici all’indirizzo del Sindaco Dotoli (in questo momento inopportuni!), dovrebbe prendere a legnate (in senso metaforico, ovviamente) i suoi della Commissione Giustizia al Senato, i quali sarebbero stati influenzati dalla posizioni dei colleghi di partito del territorio. L’astensione è avvenuta sostanzialmente nel punto in cui si proponeva di allargare l’ambito operativo del Tribunale lucerino inglobando Manfredonia, dopo che San Severo aveva manifestato la piena e convinta disponibilità a farlo. Va precisato che Manfredonia non ha un presidio giudiziario autonomo, nel senso che allo stato è una sorta di filiale di quello del capoluogo.
Vogliamo dire che passando sotto l’egida di quello lucerino non avrebbe perso nulla, anzi in qualche maniera poteva esprimere una identità più marcata al riparo del calderone foggiano: Va detto francamente che la cosa desta qualche perplessità. Anche sulla parte dello schieramento del Pd si stanno facendo polemiche, ma nessuno ci dice perché al Senato i parlamentari d questo partito si sono astenuti, cioè hanno votato contro, con il rischio di far naufragare l’impianto difensivo. Che dalla sponda manfredoniana non giungessero buono segnali lo si è visto in occasione delle manifestazioni che stanno andando avanti per evitare la chiusura dell’ospedale. Anche in questa circostanza è venuta fuori una difesa corporativa ad oltranza del proprio ospedale, specie dal versante manfredoniano. E se volete una prova andate a leggervi i comunicati stampa dell’onorevole Michele Bordo e del coordinatore provinciale del pd Paolo Campo, i quali, guarda caso, sono di Manfredonia. Naturalmente non vi sono prove per dire che questi signori sfacciatamente abbiamo remato contro, ma in politica anche le sfumature contano.
Vogliamo essere buoni pensando che al Senato vi sia stato un difetto di comunicazione, come si dice in politica per coprire le marachelle. Come può essere che durante il percorso parlamentare, in sede di Commissioni, ci sia stato un ripensamento o una valutazione diversa del problema. Basta dirlo. E dovrebbe farselo dire Fabrizio Abate in termini anche energici, se occorre. Ovviamente, quando si procede sparpagliati non si può fare una difesa convinta dei problemi, poiché dalla sponda opposta c’è sempre qualcuno che utilizzerà le divisioni per fregarci. E’ la storia della Capitanata che ce lo ricorda e ci ammonisce. Il problema di tenere in vita l’ospedale e il Tribunale dovrebbe essere sostenuto dalla condivisione convinta di tutti, non per il fatto di difendere il proprio campanile, ma per riaffermare diritti che rinvengono dalle istanze vere delle nostre popolazioni e dalla condizione obiettiva del territorio. Insomma, nessun regalo, ma solo riconoscimento di diritti. In questo senso, occorrerebbe compattezza assoluta.
a.d.m.


