Tornano a casa le tre statue delle Madonne probabilmente più venerate di Lucera. L’ultima a ritrovare la sua storica collocazione è quella della Misericordia , che appartiene al patrimonio di una delle più antiche parrocchie della città, quella di “San Giovanni Apostolo”. I lavori di restauro sono stati finanziati dagli stessi parrocchiani su iniziativa del parroco don Domenico Fanelli, il quale aveva percepito il rischio che ulteriori ritardi nel restauro poteva mettere in forse la stessa tenuta di stabilità della simulacro ( del XIV secolo), che ora è pronto per essere portato in processione l’ultima domenica di maggio, in occasione dei festeggiamenti della compatrona della parrocchia. In precedenza, sono state sottoposte a restauro la statua di Santa Maria Patrona e quella della Madonna della Vittoria, quella che viene indicata come la Madonna Nera. Per la prima è stato addirittura mutato il colore del volto, da cereo a nero, perché gli esperti della Sovrintendenza hanno ritenuto che nel corso dei restauri siano stati effettuati sovrapposizioni di colori non in linea con le connotazioni originarie del volto.
E’ curiosa la storia di queste due ultime statue, che storicamente sono ancora in una sorta di competizione, dato che per alcuni storici la vera Santa Maria Patrona è quella della parrocchia di San Giacomo Apostolo, la Madonna della Vittoria, che sarebbe quella che nel 1300 i cristiani avrebbero custodito in località “Tributa” alle porte della città, per sottrarla alla rabbia dei saraceni, come riferisce, tra gli altri, lo storico Giambattista Gifuni. Ora che il volto di Santa Maria Patrona è tornato di colore nero i dubbi e le perplessità aumentano, anziché fare chiarezza. Comunque, è importante che i fedeli si siano riappropriati del loro massimo simbolo mariano, a conferma che i lucerini hanno nella loro religiosità una forte devozione per la Vergine. Queste iniziative si inseriscono all’interno di un itinerario che si sta seguendo per cercare di riportare alla luce statue e affreschi del patrimonio artistico religioso della città, pur in presenza di difficoltà di ordine finanziario. In alcuni casi intervengono alcune associazioni o privati, come si è verificato per il restauro di alcuni affreschi della trecentesca chiesa di San Domenico.