Strana, curiosa, paradossale la storia delle continue dimissioni degli assessori al Comune di Lucera. Pensate: si fanno lotte politiche ( e personali!) furibonde per conquistare un posto di assessore, salvo, poi, mollare tutto alla prima favorevole (anzi, sfavorevole) occasione. C’è stato addirittura un assessore (Silvio Di Pasqua) che si è dimesso dopo appena qualche mese dal suo insediamento! A pensare bene rinunciano all’incarico soprattutto i cosiddetti assessori esperti o tecnici, quelli che avrebbero dovuto garantire un figurone alla propria Amministrazione, soggetti che, tra altro, non sono politici puri. Ci vengono in mente Germano Benincaso, Silvio Di Pasquale e Giacomo Capobianco, i quali dovevano essere i campioni di qualità di una Giunta che continua a navigare in marosi dirompenti, anche se non ancora totalmente distruttivi. Prima che politica, sembra sorga una sorta di incompatibilità tra quanti lavorano nella tecnostruttura a titolo dirigenziale e gli stessi assessori. Un contrasto che francamente non si comprende, posto che le due entità dovrebbe lavorare per il bene comune della città, anche se all’interno di una diversa angolazione. Gli assessori protestano perché la loro azione non viene sostenuta dal settore amministrativo, diciamo così, che dovrebbe mettere in esecuzione gli atti di indirizzo della Giunta e del Consiglio Comunale. La dirigenza contesterebbe tutto ciò, affermando che gli assessori non sempre sono disposti ad assoggettarsi alle direttive a connotazione amministrativa derivanti dagli obblighi di legge.
Così il contrasto diventa ogni giorno sempre più sostenuto, per, poi, sfociare nelle dimissioni dell’amministratore di turno. In questo contesto, il Sindaco, che deve fare da mediatore, corre il rischio di finire, così giovane, in manicomio! Stanno venendo al pettine tutti errori commessi dall’insediamento di questa Amministrazione, che già si portava appresso le “liti” (anche giudiziarie) delle precedenti, che avevano aperta la porta ai defaticanti bracci di ferro tra i vari soggetti operanti all’interno del Comune. Errori prima di tutto politici, perché è sempre venuto meno il sostegno dei partiti di maggioranza, che si sono persi per strada, annullandosi e rivoltandosi con una facilità disarmante e deleteria. Se pensiamo che il PDL non riesce ancora ad esprimere un capogruppo consigliare, giungiamo presto alla conclusione che la politica non ha mai saputo interpretare ed essere fedele a quel consenso elettorale, che si proponeva di dare una svolta sostanziale ai comportanti dei soggetti pubblici. E’ mancata – né si è fatto molto per conquistarla – quell’armonia tra amministratori e classe dirigente (per quel poco che resta della dirigenza!), armonia che è indispensabile per conseguire risultati che vadano davvero nella direzione di conseguire un interesse collettivo. La conclusione è questa: è pensabile che la tecnostruttura non abbia le connotazioni richieste per realizzare i programmi della politica; oppure, che quest’ultima non abbia a disposizione elementi in grado di realizzarla. Perché resta incomprensibile immaginare un rapporto di contrasto per il solo gusto di ingaggiarlo, posto che al Comune non si va per giocare a briscola, ma per mettersi al servi zio della città.
Ora che le nuove elezioni sono ormai a vista non c’è più tempo per mettere mano ad uno stato di normalizzazione. Però, è opportuno che la politica ( sia a destra che a sinistra) tenga conto di tale situazione incresciosa e si organizzi per mettere in lista elementi che siano in grado di amministrare, almeno di leggere le carte. Allo stato vi sono in circolazione troppi elementi da scuole serali (senza offesa!), che francamente dovrebbero fare ben altro e non di stazionare nei corridoi di Palazzo Mozzagrugno in nome e per conto nostro, per rappresentarci. Non li vogliamo, posto che hanno fatto già troppi danni alla città. Inoltre, ricordiamo ancora una volta che i padri della pubblica amministrazione dicevano che senza una tecnostruttura adeguata e collaborativa, la politica è destinata a fallire, specie con l’entrata in vigore della legge Bassanini. Come sta accadendo anche nella vicina Foggia. Come sta accadendo a Lucera. Deve entrare nella consapevolezza dei futuri amministratori questa esigenza, i quali, altrimenti, continueranno a fare le belle statuine al Comune soltanto per avere il gallone di assessore senza effettivo potere decisionale. Che soddisfazione!
Antonio Di Muro


