Tutto lo schieramento di sinistra (Pd,IDV,SEL,RC) si dice favorevole a far nascere un tavolo tecnico a difesa dell’ospedale. Diciamo subito che a noi non sono mai piaciuti i tavoli più o meno tecnici, perché sono quelli che quasi sempre affossano i problemi, anziché agevolarli nella loro soluzione. Quando la politica si mette a girare attorno ad un problema vuol dire che è impossibilitata a prenderlo di petto, non fa altro che ripararsi sotto un tavolo tecnico, che rimanda il tutto alle calende greche. Questa è storia. Comunque, nelle condizioni in cui ci troviamo anche un tavolo tecnico può fare numero. Noi avremmo scelto una strada diversa. Avremmo detto, compatti e a muso duro, a Nichi Vendola che Lucera e il suo comprensorio subappenninico sono stati traditi, perché l’impegno elettorale era quello di potenziare il “Lastaria” e non di cassarlo. Ci voleva un bel documento con toni forti per richiamare il Governatore alle sue responsabilità. Questo passo avrebbe assunto una valenza particolare, perché proveniente dalla stessa area di sinistra che lo ha eletto e che proprio sul tema dell’assistenza ospedaliera aveva investito in chiave elettorale. Bisognava far capire alla maggioranza di sinistra alla Regione( di cui, ripetiamo, Pd e compagnia cantando fanno parte) che così si penalizzano le nostre popolazioni, che già vivono in condizioni di difficoltà e che con l’ultima manovra finanziaria devono ricorrere alla Caritas per non morire di fame.
Bisognava copiare Antonio Tutolo, il quale le ha mandate a dire senza girarci attorno a Nichi Vendola, ricordandogli, per iscritto, gli impegni assunti in campagna elettorale. E, poi, non basta far nascere tavoli. Bisogna mettere in discussione tutti gli ospedali per un fatto di giustizia e quantificare il contributo che ciascuno dà in termini di qualità di assistenza e rendersi conto delle condizioni sociali in cui versa la utenza assistita. Né vale tirare per la giacchetta il Sindaco Dotoli , che si sarebbe mosso a rimorchio del problema. E la sinistra in precedenza cosa ha fatto? La stessa cosa per non disturbare il manovratore/poeta Vendola. Insomma, si tende a fare manfrina, cercando spazi di irresponsabilità che non ci devono stare, anche se il documento dei partiti prima citati sembrerebbe proprio richiamare una compattezza purché venga assicurata da altri.
Quando si va a Bari per discutere i partiti della sinistra dovrebbero stare in prima linea a sostegno degli altri, proprio per far intendere a Vendola, Fiore e compagni che il fronte politico lucerino è compatto e che le sue motivazioni vanno molto al di là del fattore campanilistico. La presenza dell’ospedale nella nostra zona rappresenta il minimo indispensabile per una esistenza civile appena dignitosa. Senza dell’ospedale si può morire, come ha sostenuto il Sindaco di Motta Montecorvino, dottor Pietro Calabrese, il quale, essendo medico di famiglia, sperimenta sul campo ogni giorno quanto andiamo affermando. Molte vite, ha proseguito Calabrese, sono state salvate proprio perché il presidio era a portata di mano, circostanza questa di cui egli si fa testimone indipendentemente dalla matrice politica di appartenenza. Per concludere, vanno abbandonate in queste occasioni le impostazioni di circostanza, tanto per coprire uno spazio di presenza pubblicistica. Presenza che non serve a chi la promuove, ma soprattutto viene ignorata dai soloni della Regione Puglia, anch’essi specialisti nell’imbandire tavoli tecnici. Inutili.
Considerazioni a margine
OSPEDALE: LA CITTA’ SI SCOPRE NUDA E INDIFESA
La vicenda dell’ospedale ha fatto trovare politicamente nuda la città, che ora è indiscutibilmente in difficoltà di fronte ai mammasantissima di cui altri sono riusciti a dotarsi. Si è chiaramente visto che Lucera e l’intera area subappenninica sono state costrette a fare i mendicanti presso coloro che ci rappresentano a livello regionale, stendendo una mano caritatevole che tante volte è stata rimandata al mittente con una spocchia che meriterebbe una reazione ( e una lezione!) fortemente energica. Ci siamo capiti! Dicevamo che Lucera si è ritrovata nuda, perché i suoi rappresentanti attuali non hanno la forza di poter competere ad armi pari sia a livello regionale che nazionale. Si, qualcuno da fuori è venuto a consolarci, ma con l’aria di sufficienza, se non di disprezzo, come è accaduto nel caso dell’ assessore regionale Elena Gentile. Bisogna, però, dire che in questa situazione ci siano finiti da soli, per nostra responsabilità. Perché tutti quelli del nostro collegio e alcuni proprio lucerini doc sono stati fatti sempre fuori in occasione delle elezioni politiche, per la solita logica dell’autodistruzione a prescindere, masochista, senza risultati di alternativa. Insomma, per il gusto di abbattere per abbattere. Stupidità assoluta, quindi. E’ accaduto con i senatori Alfonso De Giovine (anche Sottosegretario al Tesoro), Mario Follieri, Severino Fallucchi, Luigi Follieri e Costantino Dell’Osso (anch’egli anche Sottosegretario questa volta all’Interno), che, sia pure con un passo e sensibilità diversi hanno rappresentato le sentinelle a difesa di Lucera.
Ignoriamo i senatori del PCI Baldina Di Vittorio ( nientemeno figlia di Giuseppe Di Vittorio!) e Renato Guttuso, i quali prendevano i voti e se la svignavano e che al quel posto si sono trovati per meriti di figliolanza e artistici. Entrambi, facevano da coreografia e venivano imposti direttamente dalla direzione centrale del partito. Aggiungiamo che lo stesso onorevole Vincenzo Bizzarri, in quanto lucerino, avrebbe ancora potuto ben rappresentare i problemi locali al di là delle posizioni municipali. Adesso ci lamentiamo circa l’assenza di nostri politici di peso nelle sedi che decidono. Queste cose vanno ricordate non per tornare a fare polemica su cose ormai passate in archivio, ma perché l’elettorato lucerino possa acquistare piena consapevolezza nel momento del voto. Sinora è accaduto esattamente il contrario, perché si preferisce farsi ammaliare dal primo arrivato e consegnarsi a lui mani e piedi. Abbiamo ricordato i senatori. Quando si è votato per la Camera dei Deputati si sono consegnati pacchetti di voti ai candidati baresi, che sono notoriamente i peggiori avversari della provincia di Foggia. Questo mentre nel Barese i candidati foggiani hanno preso solo un pugno di voti, sufficiente per far dire ai nostri dirimpettai che potevano disporre delle nostre sorti come meglio ritenevano.
E’ importante tenere in loco rappresentanti che abbiano a Bari o a Roma l’autorevolezza politica di incontrarsi e scontrarsi ai massimi livelli istituzionali. Perché, parliamoci chiaro, se a Roma va in delegazione il Sindaco al massimo le porte ministeriali vengono aperte da un funzionario, il quale ascolta, se ascolta, e rimanda tutti a casa con la promessa di riferire a chi di dovere. Si tratta di un fatto di mera formalità e di cortesia che appartiene ai riti inutili ed ingannevoli della politica. C’è da aggiunge che se questi signori sanno che hai un santo in paradiso non si azzardano neppure a farsi venire idee bislacche e pregiudizievoli, come è certamente quella della chiusura dell’ospedale lucerino. Leggiamo in questi giorni che si sta potenziando quello di Manfredonia. A noi di Lucera questo può anche far piacere, perché può assicurare una assistenza migliore a quelle popolazioni. Però, vorremmo capire dove sta il risparmio se si potenzia una struttura e si cancella o indebolisce un’altra! Qualcuno dovrà spiegarlo e forse dovrà farlo anche dinanzi ad un magistrato, se davvero Antonio Tutolo manterrà la promessa eventuale di interessare la Procura della Repubblica.
a.d.m


