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SAN FRANCESCO ANTONIO FASANI, ANCORA OGGI PADRE E MAESTRO

Il Padre Generale dei frati francescani conventuali, Marco Tasca, ha fatto pervenire alla comunità dei confratelli lucerini questa lettera, che sostanzialmente esprime la gratitudine dell’Ordine per il programma dell’anno fasaniano, che mira a far conoscere meglio e di più la figura del santo lucerino in occasione del 25^ della sua canonizzazione. Ecco di seguito il testo, che riteniamo  costituisca uno spunto per meditare sulla grande spiritualità del Padre Maestro, che tanto si è speso per la Chiesa, per l’Ordine stesso e la città.

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Quest’anno ricorre il 25° anniversario della canonizzazione di San Francesco Antonio Fasani, frate minore conventuale e sacerdote che ha illuminato la nostra famiglia religiosa con il suo esempio e i suoi scritti tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700, un tempo particolarmente difficile per la Chiesa e per l’Ordine. Malgrado il santo sia vissuto in un epoca lontana siamo dell’avviso che la sua testimonianza sia di grande valore ancora oggi in virtù del suo luminoso esempio di frate e di sacerdote. Riteniamo che egli doni luce grande ai francescani del nostro tempo e per questo l’evento celebrativo che lo riguarda va vissuto con spirito di riflessione e con la più grande attenzione.

San Francesco Antonio Fasani si è segnalato per il suo stile di vita autenticamente francescano, legato alla minorità insegnata e vissuta dal Poverello. E’ significativo il fatto che durante la permanenza in Assisi confratelli e fedeli lo chiamassero “San Francesco redivivo” e ciò a motivo della sua preghiera costante che si traduceva in un abbandono totale e sereno alla volontà provvidente dell’Altissimo e in una povertà che, prima ancora di esprimere il distacco dai beni materiali, era un atteggiamento di umiltà e di mitezza di cuore, perché pienamente consapevole dei propri limiti e della grandezza della grazia divina.

Il suo ministero sacerdotale è stato completo, avendo egli fatto esperienza di tutte le dimensioni dell’apostolato in quel luogo privilegiato del suo lavoro pastorale che fu la gloriosa chiesa di S. Francesco in Lucera, suo amato paese nativo, nel quale riposano le sue spoglie mortali. E’ stato formatore e docente, predicatore di fama, guardiano, ministro provinciale, “angelo” dei carcerati e dei condannati a morte, sostegno dei poveri e degli ammalati, direttore d’anime, cappellano delle claustrali, confessore infaticabile. Non va dimenticato il suo impegno sociale attraverso la gestione del Banco di Credito di San Francesco, istituzione di singolarissima efficacia per combattere la miseria e dare sostegno all’economia locale attraverso i beni che venivano donati al convento lucerino. Ci rendiamo conto, dunque, che la sua testimonianza ha una validità notevole per i francescani di oggi, che in santi di questo spessore possono trovare esempi di alto livello nella loro di una risposta personale alla chiamata dell’Altissimo. Ha arginato con santa determinazione le piaghe dell’usura e della prostituzione causate dalla dilagante miseria della Capitanata del tempi. Ciò che colpisce di questo santo è lo spirito apostolico “nutrito” dai preziosi elementi di spiritualità francescana che vanno ad arricchire la sua pregevole opera. Lavorava senza sosta per il bene dei confratelli del popolo di Dio portando ovunque la testimonianza di un frate povero, obbediente, mite ed umile, perfettamente in linea con la più alta tradizione minoritica. Egli fa parte, del resto, di una schiera di santi frati che ha illuminato la famiglia serafica sei secoli XVII e XVIII.

Sotto il profilo teologico, si inserisce nel cosiddetto “filo d’oro” dell’Immacolata. A giusto titolo è stato definito l’apostolo dell’Immacolata. Ha saputo, infatti, nei suoi scritti e nelle sue prediche cogliere al meglio la già ricca tradizione mariologica francescana e renderla ancor più significativa con le sue intuizioni relative alla divina maternità della Vergine Maria ed al suo immacolato concepimento, anticipando, a suo modo e secondo le coordinate teologiche e culturali del suo tempo, quanto un suo confratello, San Massimiliano Kolbe, avrebbe affermato e vissuto in merito al ruolo della Vergine nell’esistenza del credente. E’ significativo che ricordiamo i 25 anni dalla canonizzazione del Fasani nel tempo in cui celebriamo anche il 70° del martirio del martire di Auschwitz.  E’ davvero motivo di gioia per tutto l’Ordine perché ci rende consapevoli del contributo teologico e spirituale che alcuni nostri confratelli hanno donato alla Chiesa intera.

San Francesco Antonio Fasani è conosciuto in Puglia, e in particolare nella “sua” Lucera, con l’appellativo di “Padre Maestro”. Egli ha, infatti,  espresso una straordinaria paternità spirituale verso i “suoi” frati nella qualità di guardiano e ministro provinciale, palesando una grande cura per il progresso interiore e missionario delle fraternità che l’obbedienza gli affidava. E’ stato padre nel donarsi da presbitero zelante al popolo di Dio, che in lui trovava, oltre all’essenziale mediazione di grazia nella celebrazione dei sacramenti, conforto nei consigli, aiuto concreto nelle necessità materiale, sostegno in ogni tipo di necessità spirituale. Le cronache del tempo lo descrivono e le biografie vergate sul suo conto lo descrivono come premuroso ed illuminato padre spirituale di tutto il popolo, visto che alla sua dottrina e al suo esempio attingevano poveri e ricchi, religiosi e laici, malati e carcerati. Insomma, il Fasani si è segnalato come punto di riferimento per una moltitudine di persone che grazie alla sua parola e al suo vissuto hanno trovato spunti decisivi per la propria conversione. In lui preghiera e lavoro si sono meravigliosamente fuse esprimendo una paternità che ha ricordato a tutti quella divina. Giovanni Paolo II, in visita a Lucera, nel 1987, così si esprimeva: “La voce comune attribuì al Fasani l’appellativo di “padre maestro”, raggruppando in sintesi le caratteristiche della sua personalità religiosa e sacerdotale, la santità della vita e la dottrina, lo zelo per le anime. Egli eccelse nell’assicurare una limpida continuità tra l’altare, il pulpito, il confessionale. Ministero del sacrificio, ministero della parola, ministero della misericordia: ecco uno splendido trinomio che sta certo alle origini della capacità di donazione a tutti, particolarmente ai più poveri e disagiati, affinché non conosca zone d’ombra la luce del Vangelo”.

San Francesco Antonio è stato ed è, dunque, “maestro”, ossia guida nel cammino di perfezione interiore. I frati e la gente, attratti dalla forza del suo verbo e dalla pregnanza dell’esemplarità del suo vissuto, si lasciavano da lui formare e condurre nella vie della santità. Consapevole e grato per l’azione grande dello Spirito Santo nei sacramenti. Faceva di essi il “luogo” princeps del suo impegno apostolico. La celebrazione della Messa era così il luogo privilegiato della sua catechesi, momento in cui la sua devozione ed il suo fervore raggiungevano il punto più alto. L’amore per la preghiera e per l’Immacolata rappresentavano i poli della sua predicazione che trovava ancor più forza nel fatto che egli viveva sulla sua pelle e con convinzione quanto annunciava. Esercitava poi il suo ruolo di guida anche nel confessionale. Si dedicava ore e ore al sacramento della penitenza, dal momento che tante persone correvano a lui per ricevere il perdono sacramentale e per attingere ad illuminati consigli.

San Francesco Antonio Fasani, è padre e maestro ancora oggi perché, ammirando il suo vissuto e meditando sui suoi scritti ci aiuta a comprendere che il cuore della vita del francescano è farsi tramite per il mondo dell’amore con il quale Dio ha amato ed ama l’umanità, quell’amore che in Cristo Gesù si rende povero ed umile per la salvezza di tutti. E’ quanto ricordava 25 anni fa l’ormai Beato Giovanni Paolo II: “Egli ha fatto dell’amore insegnatoci da Cristo il parametro fondamentale della sua esistenza. Il criterio basilare del suo pensiero e della sua azione. Il vertice supremo delle sue aspirazioni. Anche per lui, la “domanda sull’amore” è stata il criterio orientatore di tutta la vita, la quale pertanto non è stata altro che il risultato di una volontà ardente e tenace di rispondere affermativamente - come Pietro - a quella domanda” (dall’Omelia della Canonizzazione di San Francesco Antonio Fasani)”.

Ricordare il “Padre Maestro” nel 25° della sua canonizzazione vuol dire, dunque, ringraziare Dio per il dono di questo santo per tutta la famiglia francescana conventuale e lasciare che il suo esempio di battezzato, di frate e di sacerdote possa dare nuova forza e stimoli al cammino di ciascuno. Con questi sentimenti ed auguri, saluto tutti i confratelli di Puglia, in particolare il Ministro Provinciale fr. Michele Pellegrini ed il suo definitorio, che hanno inteso intraprendere la lodevole iniziativa di celebrare questo evento lieto e significativo legato alla figura di San Francesco Antonio Fasani, il Vescovo di Lucera Troia, S. E. Mons. Domenico Cornacchia, che tanto amore nutre per il “nostro” santo, e tutto il popolo di Dio che venera il Padre Maestro.

 

Roma – Curia Generalizia

 

 

Fr. Marco Tasca, Ministro Generale

admin

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Luceranet.it, un nuovo sito ed un nuovo quotidiano per la città di Lucera, ma il cui sguardo andrà anche al di là della Capitanata. Cronaca Politica Sport e Curiosità, questi sono alcuni degli ingredienti della nuova testata giornalistica. Qualcuno potrebbe obbiettare che per una realtà come Lucera, i quotidiani on line siano troppi. Mi permetto di non essere d'accordo, in quanto più voci raccontano la realtà, più possono essere divulgati i pareri e le opinioni della gente, dopotutto la democrazia è sopratutto questo. La nostra testata, infatti, è libera e dà libero accesso a chiunque voglia collaborare ed esprimere il proprio pensiero, sottolineo che comunque il rapporto è libero e gratuito. Ringrazio sin da ora chiunque potrà dare la sua la fattiva collaborazione. Dopo essere stato uno degli editori, di Sunday Radio ed una delle sue voci più famose per tantissimi anni, mi appresto ora ad affrontare una nuova avventura, questa volta nel web e spero che questa sia foriera di successi e nuove soddisfazioni. Le premesse e l'entusiasmo ci sono, a voi lettori il giudizio finale.

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