Dopo tredici mesi di sacrifici, privazioni e limitazioni, Lucera non può arenarsi definitivamente con l’ennesima ordinanza, la più restrittiva dall’inizio della pandemia. Non è ammissibile né giusto fermarsi ai divieti e non cercare soluzioni in grado di rilanciare la vita sociale ed economica della città.
Le vaccinazioni vanno a rilento, è vero, ma la strada è tracciata e non dovrebbe essere ancora lunga.
Nel frattempo stiamo a guardare? A perdere tempo, denaro e serenità psicologica?
L’idea è quella di adottare un “PASS per la LIBERTA’” fino alla vaccinazione, così da aprire tutto e prima, ma attorno a questo bisogna costruire un sistema che prevede il coinvolgimento fattivo di tutti i soggetti interessati: Asl, Policlinico Riuniti, medici di base, Comune, laboratori analisi, farmacie, commercianti, imprenditori e ovviamente famiglie e singoli cittadini.
La proposta si basa principalmente su un presupposto: al Comune di Lucera non mancano i fondi specifici per la lotta al Covid e attuare un progetto serio di ripresa, quindi è bene subito sgombrare il campo da presunte difficoltà economiche legate al dissesto.
A questo basamento si può aggiungere la partecipazione incentivata delle maggiori imprese locali, capaci di contribuire con propria liquidità alla distribuzione di risorse secondo criteri economici da stabilire, in cambio di sgravi fiscali e visibilità mediatica.
Il funzionamento tecnicamente ricalca la procedura già attuata in ambito ospedaliero: un tampone necessario per l’accesso, con validità di cinque giorni. A Lucera lo “start” sarebbe costituito da un esame sierologico e un test rapido, esibendone l’esito per fruire di servizi rigorosamente con appuntamento per parrucchiere, estetista, palestra, atelier, eccetera, naturalmente partendo dagli esercizi di vendite alimentari.
Scaduti i cinque giorni, il test viene ripetuto, sempre e comunque presso laboratori convenzionati con il Comune che nel frattempo avrà concordato un prezzo minimo per l’esecuzione di centinaia di tamponi da somministrare gratuitamente alla popolazione che deve uscire di casa, in attesa del proprio turno per il vaccino. Naturalmente sarà esentato chi ha già ricevuto almeno la prima dose.
Senza questo Pass, al massimo sarà possibile uscire di casa ma non si potrà accedere ad alcun servizio, perciò diventa occasione irrinunciabile per adeguarsi, per giunta senza costi personali.
Si otterrebbero così tre risultati immediati: 1) screening di massa della popolazione, con individuazione anticipata e veloce dei positivi; 2) abbattimento dei rischi di diffusione del contagio derivanti da ignari asintomatici; 3) possibilità di ripresa delle attività commerciali, artigianali e professionali con requisiti di sicurezza fortemente innalzati.
Abbiamo la necessità di armonizzazione gli strumenti e i protocolli già utilizzati e sperimentati con successo, oggi mettendoli in pratica e a disposizione di una città in dissesto sotto diversi punti di vista ma che non vede l’ora di rimettersi in piedi e ripartire. Adesso è il momento di far vedere che la politica non sia passiva, ma dimostri attivismo, concretezza e capacità di contrasto ai problemi di una comunità che ha bisogno anche di incentivare la propria coesione, oltre al miglioramento del rapporto con le istituzioni.
Davide Colucci - Consigliere comunale