Qualcosa non quadra. Mentre da noi c’è la mobilitazione per salvare l’ospedale “Lastaria”, unico presidio ospedaliero presente nella vasta zona dei Monti Dauni, altrove si progetta per costruire nuovi nosocomi. Uno scherzo? Dove siamo? Forse in una regione diversa dalla nostra? No, siamo in Puglia! E’ di questi giorni la notizia che la Regione Puglia, appunto, ha programmato la costruzione di quattro nuovi ospedali, rispettivamente ad Andria, Maglie, Taranto e Monopoli. Si dice “per concentrare gli sforzi dove più è acuta l’urgenza di strutture”. La Puglia avrà a disposizione dal Governo centrale qualcosa come 562 milioni di euro. La notizia, ovviamente, desta qualche comprensibile sconcerto dalle nostre parti, perché, mentre si parla di contenere i costi per l’assistenza sanitaria pugliese, contemporaneamente si progettano nuove realtà ospedaliere, però, a danno di alcune di quelle esistenti, come è già accaduto per Torremaggiore, Monte San Angelo e San Marco in Lamis e come si rischia per il “Lastaria” di Lucera. Ovviamente, siamo felici per i centri sopra menzionati, ma questo non ci impedisce di esprimere la nostra delusione, la nostra protesta per comportamenti così sfacciatamente faziosi, clientelari. Badate che Andria e compagnia cantando hanno già gli ospedali che, però, sono ritenuti inidonei per assicurare una assistenza efficiente. Insomma, siamo alle solite. Altrove si potenzia, da noi si demolisce!
A Lucera si vorrebbe penalizzare, mentre a Cerignola, Manfredonia e San Severo si potenziano le strutture esistenti, anche attraverso una spoliazione del personale medico lucerino, che annovera fior di specialisti, che meriterebbero di lavorare in presidi di grado superiore. Affidiamo questa notizia alla valutazione di quanti si stanno battendo ( figure istituzionali e comitato di difesa) affinché trovino le adeguate risposte una volta faccia a faccia con i responsabili regionali della sanità. Ci sono tante cose che non ci convincono nella storia dell’ospedale. Ascoltiamo e riascoltiamo le dichiarazioni dell’assessore e dell’amministratore dell’ASL sperando di trovare un filo logico conduttore. Francamente, non riusciamo comprenderne le ragioni, quando poi si ammette, a parte e in altri ambiti, che gli altri ospedali presenti in Capitanata hanno bisogno di riaccreditarsi per assicurare una assistenza completa ed efficiente. E quando si ammette che l’ospedale foggiano verrebbe ad essere ingolfato di ricoveri in caso di chiusura del “Lastaria”. Aspetto quest’ultimo che è collegato al fatto che lo scorso anno circa duemila foggiani hanno potuto beneficiare del ricovero a Lucera. Diciamo di più. Sono proprio i foggiani che si sono fatti ricoverare i tifosi più sfegatati circa il mantenimento del nosocomio lucerino, testimoniando senza veli la loro soddisfazione per la qualità dell’assistenza medica e del personale infermieristico e ausiliare.
Né ci convincono i discorsi troppo infarciti di tecnicismo, che sono quelli più pericolosi, perché devianti rispetto al nocciolo della questione. Questi signori della sanità pugliese ci fanno sognare una assistenza ospedaliera provinciale da favola, ben sapendo che ciò è impossibile nella situazione complessiva attuale. Né ci spiegano come sia possibile ridurre i costi deviando verso altre strutture il personale disponibile, che, tra l’altro, vedrebbe sconvolti i propri assetti famigliari e professionali. Né ci hanno spiegato il senso di aver bruciato 6 milioni di euro per l’ampliamento del nosocomio, salvo, poi, imbattersi sulla strada del suo ridimensionamento. Questo si che è uno spreco, che griderebbe vendetta qualora venisse concretato il proposito suicida nei riguardi della struttura ospedaliera lucerino.
a.d.m.


