Riflettiamoci seriamente: ci costringono a mendicare per un posticino dove farci curare dignitosamente. Nel 2012 ci fanno elemosinare per il semplice diritto alla salute. Vi pare poco? E’ come se ci stessero togliendo la dignità di cittadini. Si, perché di questo si tratta, tenuto conto che vengono calpestati i più elementari diritti civili, sociali, quelli per i quali le nostre popolazioni hanno combattuto a pane e acqua. La politica, purtroppo, è entrata dalla porta principale anche nella sanità, per cui era difficile sperare in un esito diverso di quello che sta per abbattersi sulla nostra gente: una mannaia, ha detto il senatore Dell’osso, che , modestamente, di sanità ha qualche esperienza professionale. Non c’è verso di far capire ai soloni faccendieri della sanità pugliese che quello che si sta perpetrando è un vero furto, anzi una rapina, perché il “Lastaria” appartiene al popolo, come dicevano una volta i comunisti doc. E, guarda caso, quell’ospedale è frutto dell’intuizione di un grande e amato sindaco comunista: Peppino Papa. Quell’ospedale è costato lacrime e sangue, nel vero senso della parola. Quell’ospedale fu voluto dalle nostre popolazioni , quando non c’erano le ASL, le USL e la riforma sanitaria che fece gioire i politici, perché attraverso quella riforma potevano arrivare grandi flussi di denaro e di incarichi. Come è accaduto, facendo ricchi tanta gente, al punto che la sanità pugliese è un disastro e che i tribunali sono intasati di inchieste di malasanità e di arresti. Bisognava fare pulizia soprattutto nei cosiddetti apparati, quelli che fanno incetta di risorse, quelli che gestiscono la sanità praticamente come un fatto di famiglia.
E le inchieste di questi giorni si muovono in questa direzione: acquisti irregolari di strumentazioni ordinate da primari non abilitati al titolo e lasciate marcire nei magazzini, prezzi quadruplicati, fannulloni che anziché fare il proprio dovere lasciano il posto di lavoro dopo qualche minuto da quando hanno timbrato o fatto timbrare il cartellino di ingresso, medici che si servono del distintivo dell’ospedale solo per accrescere la loro visibilità professionale e via di seguito. Forse gli ospedali, stralciati dal bilancio regionale, sono quelli che costano relativamente meno e rendono di più. E’ tutto il contorno che costa, come è dimostrato che l’80 per cento dei costi riguarda la sanità. Un mare di soldi che defluisce molte volte verso i faccendieri, anche qui come le inchieste in corso dimostrano. Non è neppure il caso di fare nomi, perché quelli sotto inchiesta sono già inguaiati abbastanza. In questo momento, ci sentiamo mortificati proprio dall’atteggiamento di sudditanza dei tanti che ci dovrebbero tutelare, di quelli che abbiamo eletto come baluardi almeno della tutela della salute. Siamo mortificati per vedere vanificati gli sforzi delle popolazioni che per questo ospedale ci hanno rimesso il sangue, per far chiudere quel rudere di via San Domenico, che serviva solo per trattenere i morti. Ci possono togliere tutto – e lo stanno facendo – ma l’ospedale doveva rappresentare una storia a parte. A tutti i costi. I sindaci avrebbero dovuto consegnare le fasce tricolori al prefetto, rinunciare ad essere i primi cittadini di comunità spogliate anche della sanità. Vanno bene i documenti, le lettere, gli ordini del giorno, l’incatenarsi ed altra roba del genere. Ma sono per quelli della sanità regionali solo delle manifestazioni folcloristiche destinate a spegnersi presto. Come sta già accadendo. Come non serve polemizzare.
Abbiamo letto l’ultimo comunicato stampa del segretario del Pd Fabrizio Abate. D’accordo su quello che dice, tranne che sulla nota polemica per difendere la posizione del partito. Anche qui, caro Fabrizio, occorreva una posizione di forza, nel senso che bisognava presentare ai vertici regionali le dimissioni in massa dei componenti il coordinamento locale. Quello slittamento sul terreno della polemica non era pertinente in questo momento, che deve essere caratterizzato dall’unità, dalla coesione, dalla compattezza. Che quegli altri del centro destra al Comune non abbiano fatto molto per difendere l’ospedale al presentarsi dei primi pericoli è quasi scontato. Ma, ora non serve fare polemiche. Ci sarà tempo per farle. Anzi, l’argomento sarà la traccia della prossima campagna elettorale. Allora si vedrà a chi imputare le responsabilità. Detto questo non v’è dubbio che i provvedimenti sono stati presi dalla sinistra alla Regione e ciò rappresenta un dato obiettivo indifendibile e sul quale è inutile sprecare parole.
a.d.m.


