Buona vetrina (o passerella) quella voluta dal nuovo assessore senatore Costantino Dell’Osso per la nuova biblioteca e pinacoteca di “San Pasquale”, destinata negli auspici a diventare un contenitore culturale di primissimo ordine, tale, insomma, da suscitare l’attenzione degli studiosi superando il perimetro municipale. Ovviamente, molto è stato fatto, se si parla di apertura al pubblico a breve. Restano sul tappeto ancora alcuni problemi organizzativi non di certo secondari, a cominciare da quello dell’adeguamento numerico (ripetiamo numerico) del personale. I dipendenti indiscutibilmente stanno producendo uno sforzo notevole, encomiabile soprattutto in questa fase, che vede in corso le operazioni di trasloco e di sistemazione organica di tutto il prezioso materiale librario, che, tra l’altro, contiene cinquecentine e incunabili di assoluto valore culturale, rarissimi a trovarsi nelle altre biblioteche, anche prestigiose. Il problema del personale negli anni non è stato mai risolto adeguatamente e definitivamente, perché, diciamolo, la biblioteca e il museo sono stati messi sempre al centro dei programmi elettorali, ma nei fatti non si sono mai adottati provvedimenti idonei ad assicurare un organico stabile che rispondesse alle esigenze di istituzioni di grande importanza e referenza, anche per il ruolo che la stessa città complessivamente intende svolgere nel comparto della cultura.
Dunque, il problema c’era e c’è per la vecchia sede, per cui sarà ancora più complicato gestire quella nuova, più ampia, più abbisognevole di sorveglianza, di cura nell’amministrare un patrimonio vecchio e nuovo continuamente consultabile Chi scrive ricorda che già Gianbattista Gifuni sollecitava 50 anni fa l’adeguamento del personale ( basta scorrere la raccolta de “La Gazzetta del Mezzogiorno” dell’epoca), a dimostrazione che nel lungo tempo le attenzioni per questo luogo sono state sempre inadeguate a risolvere definitivamente il problema. Senza prendere atto che i dipendenti vanno adeguati alle esigenze del nuovo contenitore, si rischia che questi diventi la classica cattedrale nel deserto, come dire bella a vedersi, ma non nelle condizioni di essere proficuamente utilizzata. Ripetiamo: coloro che oggi lavorano al suo interno ce la stanno mettendo tutta, come ci conferma la instancabile e dinamica referente signora Pina Rizzo, perché la biblioteca resti al centro dell’interesse culturale e che i programmi di trasferimento e di sistemazione del materiale vengano rispettati.
All’interno di questo discorso, non può non essere citato la necessità di provvedere anche alla nomina di chi stabilmente deve assumersi la responsabilità di direzione, posto che sono decenni che la “Bonghi”non ha un direttore vincitore di concorso. Qui c’è certamente un deficit di programmazione, perché quando è stata immaginata l’opera andava contestualmente esaminato il piano dell’organico, in rapporto alle sue accresciute esigenze. Non c’è da stupirsi per questo, perché dalle nostre parti solitamente si parte all’insegna del “poi vedremo”. Oggi le cose sono diventate più difficili per le difficoltà dei Comuni che hanno nel comparto delle assunzioni, che praticamente non sono possibili per gli angusti spazi di bilancio. Pur tuttavia, occorre procedere nella direzione di una riorganizzazione del servizio, partendo dall’utilizzo delle attuali risorse disponibili, che sono di accertata professionalità e serietà e che possono mettere a frutto una esperienza certamente non di poco conto. Altrimenti, come dicevano, potremo avere una struttura moderna, bella a vedersi, sontuosa, accattivante, ma vuota di contenuti operativi. Speriamo che l’impegno di cui si è fatto carico il neo assessore Dell’Osso possa sortire gli effetti sperati. Dell’Osso ha esperienza amministrativa da vendere, per cui riteniamo che il suo mobilitarsi per questo contenitore abbia un solido fondamento.
a.d.m.


