Al carcere di Lucera la parola “evasione” sta assumendo altri connotati tutti nuovi per i detenuti e certamente ancora da scoprire.
E’ così che ancora una volta il teatro diventa protagonista delle grigie giornate di detenzione grazie ad uno spettacolo coordinato da Gabriella Aufiero, attrice e registra teatrale con una grande esperienza alle spalle, ma interpretato dagli stessi detenuti che sono diventati i protagonisti della pièce.
Il tutto nasce prima dell’estate quando il gruppo teatrale della Parrocchia di San Pio X di Lucera decide di rappresentare una propria commedia “Scrigno del sorriso” nella casa circondariale di Lucera, con la guida del parroco don Rocco Coppolella, da lì la folgorazione di tutti per poter continuare quel filone artistico anche con la partecipazione dei detenuti.
“Tra gli spettatori del nostro spettacolo c'era una professoressa (Maria Filippa Finaldi) che insegna al carcere, la quale ci ha proposto la possibilità di rappresentare questa commedia molto divertente all'istituto penitenziario”. Proposta accolta con entusiasmo dalla direttrice e dagli educatori.
Dopo questo spettacolo la direttrice, dott.ssa Immacolata Mannarella, ha proposto a don Rocco di iniziare un laboratorio teatrale con i detenuti e con la collaborazione di Gabriella Aufiero.
Il corso è cominciato i primi di luglio e si è concluso con successo il 7 novembre. Gabriella Aufiero ha preferito dare anche un nome a questo gruppo di detenuti chiamandoli "Pezzi Unici" e spiegarne il significato è quasi superfluo... “l'unicità di queste persone consiste nella consapevolezza di aver sbagliato strada, ma con coraggio e fede cristiana cercano di ritrovare il vero senso della vita” ha affermato la regista.
Tra i due atti dello spettacolo, al quale hanno partecipato quali attori anche la stessa regista e il figlio Daniele Tanese, c’è stata anche un’esibizione canora di un detenuto accompagnato alla chitarra da altro ospite della casa circondariale.
La direttrice ha proposto la continuità di questo progetto subito accolta dalla direttrice del carcere.
Accanto alla proposta laboratoriale teatrale da settembre la struttura lucerina ha visto nascere una costola del Convitto Bonghi con l’attivazione della sezione carceraria dell’indirizzo alberghiero, altra attività accattivante ed istruttiva che sta coinvolgendo una ventina di detenuti.
Emanuele Faccilongo