Ora è guerra di cifre ( e di poveri!) per il mantenimento dell’ospedale “Lastaria” di Lucera, che, come è noto, dovrebbe chiudere i battenti in esecuzione del piano di riordino ospedaliero varato dalla Regione. Dopo l’ex senatore Costantino Dell’Osso, - che sino a qualche anno fa è stato dirigente amministrativo numero uno della struttura – ora è sceso sorprendentemente in campo anche l’attuale direttore sanitario, dottor Franco Mezzadri, il quale energicamente contesta le cifre in possesso dell’assessorato regionale, fornendo i dati ufficiali dell’ASL che a suo giudizio sarebbero quelli da prendere in considerazione. Ecco la dichiarazione del numero uno del nosocomio:” Sull’ospedale di Lucera la Regione sta diffondendo dai fuorvianti. E me ne rammarico perché i numeri sono pubblici e dunque facilmente reperibili. Sono quelli in possesso dell’ASL che poi vengono trasmessi a Bari.” Nel passo successivo Mezzadri risponde anche all’assessore regionale al Welfare Elena Gentile, la quale aveva sostenuto, in occasione di una vista a Lucera, che “l’ospedale non lo chiude la Regione, lo hanno chiuso i cittadini, anche quelli del Subappennino che non scelgono questa struttura”. Decisa la replica di Mezzadri:” Le cose non stanno così. Questo ospedale (ndr quello lucerino) – oltre a continuare ad essere punto di riferimento per il Subappennino, ha visto aumentare il numero di ricovero dei foggiani. Da noi non si attende né per un ricovero, né per una TAC, la cui lista di attesa è di appena sei giorni”. IL direttore sanitario non si limita ad esprimere concetti di carattere generale di possibile contestazione, ma cita dati precisi allorché afferma che “ i dati ufficiali dell’ASL riferiti al 2010 dicono che il 15% di ricoveri riguarda cittadini che vivono nei 13 Comuni del Subappennino storicamente legati a Lucera (Alberona, Biccari, Roseto Valfortore, Casalnuovo Monterotaro, Castelluccio Valmaggiore, Castelnuovo della Daunia, Celenza Valfortore, Faeto, Celle San Vito, Motta Montecorvino, Volturara Appula, Carlantino, Pietra Montecorvino), il 5% la zona dei Monti Dauni dei Comuni di Accadia, Anzano e Monteleone, che però non hanno mai scelto questo ospedale per curarsi. Il 46% è lucerino e il 18%, ovvero 1.400 ricoveri all’anno, è foggiano. Si stima per il 2011 una crescita di quest’ultimo dato di 3-4 punti di percentuale.”
Anche il comitato per la difesa dell’ospedale, che giorni fa ha organizzato una grande protesta popolare capeggiata dal Sindaco Pasquale Dotoli e dal Vescovo della Diocesi Mons. Domenico Cornacchia, non è d’accordo sulle rilevazioni regionali, al punto che nell’incontro tenuto a Bari ha insistito perché vengano presi i dati di utilizzo dei ricoveri anche degli altri ospedali (Cerignola, Manfredonia e San Severo) per un utile e serio confronto. E’ significativo, dicono gli esponenti del comitato, che in questi giorni il Sindaco di Manfredonia Angelo Ricciardi e il segretario provinciale del Pd Paolo Campo, che è stato pure primo cittadino di quel centro, stiano facendo una sorta di tifo per incoraggiare i sipontini a servirsi del proprio ospedale, anziché preferire altre strutture, alimentando così quella mobilità passiva che ricade pesantemente sul bilancio del nosocomio. Gli organi tecnici regionali, in vista di un incontro che si terrà in gennaio nel capoluogo pugliese presso la Regione, hanno accolto la richiesta della delegazione lucerina nella direzione di raffrontare tutte le cifre di ricovero di pertinenza delle strutture esistenti in Capitanata (quelle, ovviamente, ancora in attività), prima di adottare decisioni definitive ed ultimative.


