L’incontro a Bari della delegazione lucerina, capeggiata dal Sindaco Pasquale Dotoli, ha prodotto per il momento solo il rinvio della soppressione dell’ospedale “Lastaria”, posto che, come solitamente avviene in politica, sono stati chiesti i termini a difesa per la soluzione finale, come si dice all’apertura delle udienze giudiziarie. In pratica, è stato chiesto un periodo di riflessione, durante il quale l’assessorato regionale alla sanità prenderà in considerazione altri dati per verificare il flusso o tasso di utilizzo di tutti i nosocomi foggiani. Cadranno nella rete delle “osservazioni” anche San Severo, Manfredonia e Cerignola, per cui si deve dedurre che sinora le conclusioni provengono più da pressioni clientelari che da una valutazione assolutamente obiettiva. Si è appreso che anche gli ospedali confratelli hanno problemi di utilizzo, nel senso che i loro reparti non hanno sempre il pieno. E che questo sia vero è dimostrato, tra l’altro, dalle sollecitazioni del Sindaco di Manfredonia volte ad invogliare i concittadini ad servirsi del loro ospedale, anziché scegliere altre destinazioni, anche per un semplice parto o per patologie di molta ordinaria amministrazione. Dunque, alla luce di queste novità, non si capisce perché debba pagare eventualmente solo il nosocomio lucerino, che non ci pare abbia spazzi inutilizzabili tali da richiedere una chiusura piuttosto molto discutibile.
Ed è confermato che avendo i tre suddetti ospedali referenti in loco, è stato possibile forzare la mano ed escluderli dal piano di riordino ospedaliero. Riordino che a questo punto è diventato disordine, posto che vengono valutate le esigenze delle popolazioni col misurino della parcellizzazione politica. E, poi, dicono che è scomparsa la cosiddetta Prima Repubblica! Ci pare che non sia proprio questo un modo di agire serio, posto che qui si tratta di tutelare la salute della gente! Ci sarebbe, poi, da chiarire che cosa vuol dire lasciare in vita il “Lastaria” inglobandolo nella struttura degli ospedali riuniti di Foggia con una connotazione universitaria. Ci pare di capire che a Lucera si faranno gli esperimenti con il codazzo degli specializzandi e il primario a fare il barone, annullando tutto il resto. Abbiano già avuto modo di dire, prendendo a prestito le parole dell’ex Sindaco Peppino Melillo, che i lucerini hanno bisogno di cure e non di esperimenti. Cosa si risolverebbe con questa soluzione, qualora venisse confermata? Nulla. I lucerini e quelli dei monti dauni resterebbero sempre col sederino scoperto!
E, allora, prima di tutto incominciano a fare le persone serie. Bisognerebbe capire che le zone di Cerignola, Manfredonia e San Severo comunque sarebbero coperte dal grande ospedale di San Giovanni Rotondo e da quello foggiano, con possibilità di accesso pià agevoli. Perché una cosa è raggiungere gli ospedali partendo dai centri del Suabappennino , con strade mulattiere e cosparse di indicibili smottamenti, altra cosa è servirsi di arterie scorrevoli facilmente percorribili, anche in relazione al tempo impiegato. Comunque, bisogna tenere alta la tensione, poiché questi signori della politica non proprio ortodossa sono specialisti nelle azioni di contropiede, quelle che ti colpiscono alle spalle senza possibilità di difesa. Se questi signori hanno mentito già prima, sono anche capaci di darci il colpo di grazia, magari nottetempo come fanno i ladri.
a.d.m.


