Si scrive in questi giorni che soprattutto Renato Gentile, Lello Di Ianni e Antonio Fortunato non vorrebbero l’UDC nella maggioranza. Padronissimi di dirlo e di farlo. Probabilmente i tre smentiranno o si giustificheranno con il consueto esercizio di politichese, che dice tutto e il contrario di tutto. Se così fosse, non si riuscirebbe a comprendere la loro posizione. Passi per Lello Di Ianni, il quale ha ingaggiato per mesi un braccio di ferro con l’onorevole Angelo Cera dell’UDC, il quale praticamente lo ha estromesso dai vertici del partito, anche a livello provinciale. Insomma, sarebbe da comprendere un po’ di risentimento nei confronti di chi praticamente non lo ha più voluto tra gli udiuccini. Per gli altri – se fosse vero – avremmo qualche perplessità a giustificare la posizione. Premesso che questo argomento è stato introdotto perché la maggioranza di centro destra non è più tale, per cui ha bisogno di trovare rinforzi. Va premesso ancora che l’UDC ancora non esprime una propria valutazione. Anzi, proprio nei giorni scorsi, il coordinatore locale, Carmine Bilancia, ha fatto intendere che non è automatico un eventuale ingresso nell’ex maggioranza, posto che se ne deve parlare in termini politici e di prospettive.
Intanto, l’argomento impazza, ma pare che nessuno abbia preso il telefono per instaurare le trattative del caso. Sembra che ci abbia tentato l’ex coordinatore del PDL, Peppino De Sabato, ma non è noto l’esito degli eventuali passi. Se veramente i tre suddetti o eventuali altri non ci stanno ad apparentarsi con l’UDC, cosa in realtà vogliono per salvare questa legislatura? Se la maggioranza non c’è più e non si vuole l’UDC si farebbe bene e meglio a rinunciare ai seggi comunali e proporsi per nuove elezioni. Perché non se ne può più di questo totopresenze nel PDL, che a questo punto dovrebbe autosciogliersi e sparire nel nulla. Francamente ci sorprende il ritardo che impedisce a Dotoli di sciogliere le riserve e di presentarsi in Consiglio Comunale con una sua maggioranza. Avevamo ipotizzato che il ritiro delle dimissioni fosse legato ad un ricompattamento del suo partito e dell’intera centro destra, precauzione logica per non esporsi al rischio di altri ricatti. Si, perché a questo punto sono ricatti, posto che non hanno nulla di programmatico nell’interesse della città.
Qui si sta scherzando troppo col fuoco, posto che i cittadini sono stanchi di assistere a questi siparietti che tutto hanno fuorché qualche connotazione di vera politica. Siamo in presenza di avventurieri che si servono della politica per fatti privati in luogo pubblico e che per di più pretendono di dare lezioni di moralità a quanti che da quest’altra parte tentano di dare una sterzata perché la città dei propri valori. Ora si aggiunge anche il silenzio stampa, come fanno gli allenatori quando perdono. E il silenzio stampa dice che i protagonisti non hanno nulla da dire. E, allora, è meglio sciogliere le righe e mandare tutti a fare ricreazione altrove.
a.d.m.


