Largamente condivisibile appare la decisione del coordinatore locale del Pd, Fabrizio Abate, di mettere da parte ogni polemica per il bene del partito. E soprattutto per il bene di Lucera, che di fatto viene ignorata quasi colpevolmente in tutte queste diatribe. Noi diremmo di mettere la città in prima fila e, poi, pensare eventualmente a tutto il resto. La decisione di Fabrizio Abate di non prestarsi ad alcuna altra forma di provocazione o di polemica sembrerebbe una apertura di credito verso il recupero di quella unità che serve al partito come il pane per sperare di riproporsi come forza importante dello schieramento politico lucerino e segnatamente di quella sinistra che a Lucera ha quasi maramaldeggiato per decenni. Ci accusano di fare il tifo per Abate, trascurando in qualche modo l’articolazione di tutte le opinioni sinora espresse. Vogliamo ricordare che Abate è sceso in politica proprio per ringiovanire (o, se volete, rinnovare) i quadri dirigenziali, che non si significa mortificarli. Per quello che ci risulta il commercialista lucerino ha avuto mille esitazioni prima di portarsi nella vita politica attiva, anche spostandosi da quella posizione politica famigliare ( il cosiddetto gruppo Abate) che notoriamente era vicino alla DC, come dimostra il grande risultato conseguito proprio da Salvatore Abate (fu Cosimo) in una delle elezioni comunali.
Dunque, Fabrizio si presentava come professionista affermato, faccia pulita, lontano da tutte le vicissitudini del passato, obiettivamente simpatico, giovane, insomma aveva tutto o quasi per promuovere una azione di recupero e soprattutto di aggregazione attorno al PD di forze nuove desiderose veramente di mettersi al servizio della città. Ora è sorta la polemica con i fratelli Forte, a cui nessuno – e neppure Abate – disconosce il loro ruolo avuto nel partito e ed anche a livello amministrativo, posto che Franco è stato uno dei migliori assessori – se non il migliore – della gestione di Mimmo Bonghi, segnalandosi per iniziative di avanguardia, come la moderna ed efficiente organizzazione dei servizi sociali, che ancora godono dei benefici del suo impegno. E’ chiaro che tenere separati in casa, per così dire, questi elementi – anche portatori di voti – non è un fatto positivo, poiché danneggia quanto di buono si cerca di costruire nella direzione di rilanciare il partito. Conoscendo Abate, escludiamo che ci sia qualche elemento pregiudiziale che possa indurlo ad una esclusione preordinata al fine di affermare eventuali posizioni di supremazia assoluta.
Per quello che sappiamo, egli mira ad una traguardo che possa ricompattare tutte le forze in campo, perché nel partito tutti servono, specie quelli che hanno anche una buona esperienza amministrativa, cosa difficile trovare sul mercato ai tempo di oggi. Lo stesso Vincenzo Forte, benché solo soletto in Consiglio Comunale, dà efficacemente il suo contributo al dibattito, segnalandosi tra più presenti e attivi. Dall’esterno non si capisce perché questa forze debbano guardarsi in cagnesco. Certo, nessuno può ritenersi esente da colpe, da errori magari commessi in buona fede, perché la perfezione non è di questo mondo. Però, sarebbe il caso di trovare una linea unitaria in vista delle prossime elezioni, altrimenti dallo scontro elettorale potrebbero uscire malconci tutti. Il proposito di Fabrizio Abate di stare lontano dalle polemiche può essere un segnale nella direzione da noi auspicata. La politica lucerina ha bisogno di una buona politica di sinistra, senza della quale va a scardinarsi la storia della vita stessa della città. Anche perché non si tratta di rifondare solo il Pd, ma tutta l’arco della sinistra, senza del quale il partito di Bersani potrebbe fare ben poco. Ci aspettiamo una apertura di credito anche da parte dei fratelli Franco e Vincenzo Forte? Speriamo.
Antonio Di Muro


