Tutti pimpanti quelli della nuova squadra di Pasquale Dotoli. Sarà stato l’ingresso galvanizzante dell’esuberante Costantino Dell’Osso o di un ritrovato spirito di solidarietà di squadra, resta il fatto che le prime dichiarazioni degli amministratori della settima edizione della Giunta sono tutte improntate all’ottimismo, alla grande voglia di dare un calcio alla preesistente situazione di incertezza, anzi di turbolenza. Nelle interviste rilasciate alla stampa, un po’ tutti hanno manifestato la volontà di volersi prodigare per recuperare il terreno perduto e di portare a soluzione alcuni problemi qualificanti per poter sperare in un rilancio dell’azione amministrativa e politica. Attenzione particolare dedicata dai cronisti a Costantino Dell’Osso che ha sfoderato un comprensibile e coinvolgente entusiasmo per l’ingresso nella squadra di Dotoli, da cui era stato estromesso per le note vicende. Anche Dotoli non ha mancato di mostrarsi soddisfatto per la ritrovata sintonia col senatore, quella sintonia (ed empatia anche personale) che era stata propedeutica per siglare l’accordo elettorale vincente. Dell’Osso si è già messo alla caccia dei finanziamenti, utilizzando la conoscenza dei canali ministeriali. E’ questa la vecchia maniera di fare politica, quando cioè gli amministratori facevano la spola con Roma e Bari per infilarsi in quegli spazi di provvidenze statali e regionali che servivano ad integrare le disponibilità dei magri bilanci comunali. E’ chiaro che in questa direzione Dell’Osso parte avvantaggiato e sarà perciò un osservato speciale, potendo mettere a frutto la lunga frequentazione romana come senatore prima e sottosegretario dopo.
Adesso si tratta di vedere se risponde il retroterra politico, come dire se il lavoro del coordinatore provinciale del PDL, Franco Landella, è riuscito a dare un impianto in grado di reggere a tutti gli urti provenienti da quelli che sono considerati i non allineati. Certamente, l’ingresso dei due dellossiani in maggioranza contribuisce a dare più tranquillità nella conta dei consiglieri di maggioranza, che è apparsa sinora alquanto ballerina. E’ pure evidente che lo sforzo operativo degli amministratori può vanificarsi senza il supporto serrato, convinto, determinato dello schieramento maggioritario, nel quale un ruolo importante spetta al PDL. Sarà un finale che preparerà il terreno alle prossime elezioni politiche, rispetto alle quali i maggiorenti della politica pretendono di rinserrare le file e di presentarsi all’elettorato con i propri uomini mobilitati e non distratti. Non sveliamo nulla quando diciamo che il congresso del PDL ha avuto una conclusione unitaria, ma al suo interno vi sono tante anime, come dire tante correnti.
Ogni corrente in periferia ha i suoi uomini di riferimento, che sono organici all’affermazione del loro capo. E, poi, bisogna pensare seriamente alle scudisciate che arriveranno dalle opposizioni, che non sono quelle della ultima campagna elettorale, opposizioni che dovevano scontare il marchio del fallimento della Giunta Morlacco. Vogliamo dire che per il centro destra, e per il PDL in particolare, non sarà una passeggiata, ammesso che alla fine si ritrovi un minimo comune denominatore nella formazione delle eventuali coalizioni. Il PDL è in netto ritardo rispetto ai prossimi impegni, secondo le previsioni che si possono fare in questo momento. La sola maniera per decurtare il gap è mettere in campo un programma finale di alto profilo, a cominciare dal PUG, il fiore all’occhiello del Sindaco Pasquale Dotoli, che continua a scommettere sulla sua approvazione entro la fine naturale del mandato. Certo, il tempo a disposizione non è molto, tuttavia qualcosa di importante si può rimediare. A patto che il PDL soprattutto ritrovi quella compattezza che si è persa strada facendo.
a.d.m.


