La Camera del Lavoro – CGIL di Lucera esprime tutta la sua preoccupazione per gli effetti che il decreto di riordino delle circoscrizioni giudiziarie potrà avere sul territorio e sulle comunità della Capitanata.
In particolare, la chiusura del Tribunale di Lucera e la soppressione di tutte le sezioni distaccate dello stesso e del Tribunale di Foggia, aumenterà notevolmente il carico di lavoro della struttura foggiana, alla quale saranno trasferiti tutti i procedimenti attualmente pendenti dinanzi alle strutture soppresse, rendendo oltremodo complicato l’accesso dei cittadini alla giustizia e, probabilmente, allungando ulteriormente la durata dei procedimenti, comportando, così, una lesione del diritto alla giustizia dei cittadini della Capitanata.
Inoltre, la chiusura della Procura della Repubblica di Lucera sguarnirà di un fondamentale presidio dello Stato un territorio vasto e difficile, sul quale insistono pericolosi fenomeni di criminalità, anche di natura organizzata.
A nostro avviso, nell’elaborazione del decreto di riordino delle circoscrizioni giudiziarie, il Tribunale e la Procura della Repubblica di Lucera sono state fortemente penalizzati dalla cd. “regola del 3”, la quale impone un limite massimo di tre tribunali di primo grado per ogni distretto di Corte d’appello e, di fatto, sopprime tribunali di medie dimensioni, alcuni dei quali, come quelli calabresi e siciliani, situati in realtà territoriali che presentano esigenze del tutto particolari, a vantaggio di tribunali di ridotte dimensioni, invero residuali.
Riteniamo, pertanto, opportuno, che in sede di esame del decreto in questione nelle Commissioni Giustizia di Camera e Senato, venga avanzata la proposta di eliminare dal testo dello stesso la suddetta regola.
A tale scopo, sarebbe opportuno pensare ad una serie di iniziative comuni, che coinvolgano i rappresentanti istituzionali e le organizzazioni professionali e di categoria di tutti quei territori che si vedono fortemente penalizzati dalla cd. “regola del 3”.
In definitiva, pur condividendo, in linea di principio, la necessità di razionalizzare e ridurre la spesa pubblica, riteniamo che tale azione debba essere esercitata con intelligenza, colpendo e tagliando la spesa improduttiva e clientelare, e non possa mai comportare la lesione di servizi fondamentali per il cittadino quali la sanità, il welfare e la giustizia.
Il riequilibrio della finanze dello Stato non può essere effettuato solo a scapito della gente comune, ma, soprattutto, intervenendo sui grandi patrimoni e sulle rendite finanziarie.
Ivano Di Matto
Camera del Lavoro – CGIL
Macro Area Lucera – Monti Dauni


