Più modestamente, noi l’avevamo definita una decisione quantomeno cervellotica quella della chiusura del Tribunale di Lucera. E ciò per ovvie, evidentissime ragioni. Si intende decretare la fine di un presidio vivo, funzionale, qualificato, efficiente per scaricare il suo carico di lavoro su quello foggiano, che notoriamente ha gravi problemi di ingorgo, come del resto hanno sostenuto gli stessi addetti ai lavori nel corso dell’incontro promosso dall’Ordine degli Avvocati di Lucera, guidato ottimamente ed attivamente da Giuseppe Agnusdei. Adesso ci giunge in soccorso un autorevole parere, che è quello dell’ex Pretore di Lucera Francesco Bonito, che conosce bene la realtà lucerina per essere stato 13 anni a lavorare nella nostra città nel ruolo di Pretore di assalto, di quelli, cioè, che a quei tempi, diciamo così, si facevano notare. Non solo. Bonito ha pure la medaglietta di consigliere della prima sezione penale della Corte di Cassazione e la militanza di ben tre legislature come espressione del Pd. Insomma, è uno che conosce la materia, anche perché è stato relatore della geografia giudiziaria sulle sezioni distaccate. La cosa più importante è che il dottor Bonito conosce i problemi dal di dentro, motivo per il quale ha autorevolezza e competenza nell’affermare che “ il Ministro Severino ha adottato un metodo da asilo infantile che andrebbe, in Parlamento sbugiardato e attaccato”.Si, il dottor Benito ha detto proprio così. Noi non siamo in grado, come lui, di dire se la riforma è da asilo elementare. Se, però, così fosse l’affermazione suonerebbe come uno schiaffo a tutta l’équipe ministeriale che ha partorito il provvedimento, posto che il Ministro non si addentra nello specifico dei singoli provvedimenti e, perciò, non sa neppure se esiste il Tribunale di Lucera.
Quello che è certo, al di là di come i provvedimenti si possono definire, è che ancora una volta si tenta di effettuare uno scippo clamoroso ai danni della città. Ma non per un fatto campanilistico, ma per ragioni di sostanza che investono la stessa utilità del presidio giudiziario in una zona ad alto grado di criminalità, come quella del Gargano. Non solo. Tutti i principali parametri per tenere in vita il Tribunale lucerino rispondono ai paletti fissati dallo schema ministeriale. Non per fare polemica o la guerra tra i poveri, ma vi sono altri Tribunali che sono stati salvati pur avendo un bacino di utenza e un geografia territoriale di proporzioni tali da giustificare la loro chiusura. Tutti i soggetti che si stanno muovendo per salvare il Tribunale si soffermano giustamente sui dati obiettivi che dovrebbero essere a presidio rispetto ad ogni tentativo di potatura. Esercizio inutile, perché al Ministero non ragionano così. Qui si prendono in considerazione le istanze dei più forti politicamente sul territorio, quelli ai quali non si può dire di no. Noi lo diciamo, ancora una volta, per aver partecipato Roma agli incontri per evitare la soppressione del treno nel 1967, quando sui tavoli del Ministero dei Trasporti affluivano rapporti che smentivano l’appartenenza della Lucera-Foggia alla cosiddetta classe dei rami secchi. E che la tratta non appartenesse ai rami secchi è dimostrato dal fatto che dopo 43 anni è stata clamorosamente ripristinata!
Anzi, la linea, tra quelli brevi, era la sola attiva. Non ci fu nulla da fare. Il treno fu soppresso, anche perché all’epoca vi era una Amministrazione comunale comunista a Lucera (Sindaco Peppino Papa), rispetto alla quale i maggiorenti democristiani romani riservarono un chiaro atteggiamento di disinteresse, in ordine, si capisce, alla questione ferroviaria. Tutto ciò è agli atti, come i giornali del tempo documentano e segnatamente “Il Tempo” di Roma, che dedicò all’argomento varie inutili inchieste. Noi non vogliamo gettare sulle iniziative secchiate di pessimismo, ma abbiamo la sensazione che tutto sia stato già deciso, anche per l’inerzia delle nostre povere forze politiche che a Roma contano solo un fico secco. Del resto, lo stesso Agnusdei ha detto più volte che la situazione è difficile, per cui non ci sembra di poter nutrire allo stato un qualche elemento di speranza. Comunque, speriamo di essere smentiti clamorosamente!
a.d.m.


