C’è stato più di un momento emozionante in quella che possiamo definire una giornata storica per Lucera ma per tutta la Capitanata. Dopo 144 anni, infatti, la cella dove visse e morì San Francesco Antonio Fasani è tornata a far parte del Santuario la cui struttura è adiacente al Carcere di Lucera. Una trafila burocratica durata 78 anni, cioè da quando negli anni 30 i Frati Minori Conventuali sono ritornati ad abitare nel Convento che risale al ‘300. Una giornata intensa cui hanno preso parte tutte le autorità civili e religiose della città, nella quale non è mancata qualche lacrima di emozione. Dopo un breve incontro per spiegare per grandi linee l’iter burocratico che negli ultimi dieci anni ha avuto la sua svolta, c’è stato l’abbattimento simbolico dell’ultimo pezzo di muro che divideva la cella dal Santuario, subito dopo l’apertura verso il Carcere veniva chiusa da un muro elevato in pochi minuti. La cella del Padre Maestro, un ambiente di circa 15 metri quadrati, si è presentata nel suo stato grezzo, poiché i lavori di ristrutturazione sono ancora in corso anche perché è stata necessaria la divisione degli impianti, tuttavia della struttura originaria rimane ben poco oltre ad alcuni pezzi di muro e di pavimentazione. Rimane importante però il fatto che proprio lì il Santo lucerino morì il 29 novembre del 1742, e la consegna dei locali rappresenta un anteprima degli eventi previsti a partire dal 2011 in occasione dell’avvio dell’anno giubilare della sua canonizzazione avvenuta nel 1987.
Emanuele Faccilongo
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