Che la città di Lucera, la nostra città, attraversi il periodo più delicato della sua storia sul versante della tenuta sociale e di prospettiva, è sotto gli occhi di tutti.
Se dovessero rendersi concrete le volontà dei Governi Nazionali e Regionali di sopprimere due longeve e nobili Istituzioni, il Tribunale e il nosocomio 'F.Lastaria', saremmo davvero al punto più basso di rappresentatività del centro svevo, con gravi ripercussioni sul versante economico e occupazionale, già drammaticamente presenti nel tessuto sociale cittadino.
La mia non vuole essere solo un’ulteriore conferma di quanto è ormai cronaca quotidiana, né intende sottovalutare l’opera meritoria di chi si sta battendo, senza risparmio di energie, per la difesa dei due importanti presìdi, anzi reputo che dovremmo fare molto di più, noi rappresentanti della città, per coinvolgere maggiormente tutta la popolazione, che avverto stanca e sfiduciata.
Una sfiducia che viene da lontano e che sicuramente la politica ha decisamente incrementata.
Si è sempre detto che Lucera, i lucerini siano distratti, quasi assenti dalla vita pubblica, salvo a lamentarsi costantemente di chi delega a rappresentarli, con un mandato quasi in bianco e con un, come nell’ultima tornata elettorale, consenso quasi bulgaro.
Quando parlo di politica, non faccio distinzioni di sorta, perché la storia amministrativa lucerina degli ultimi decenni è sotto gli occhi di tutti e nessuno, delle passate Amministrazioni così come di quella recente, può tirarsi fuori da responsabilità precise.
Ho vissuto esperienze politiche quasi sempre da comprimario, pur dando il mio contributo di voti e di attività alle liste e ai gruppi di appartenenza politica.
Da sempre ho gravitato, per tradizioni familiari e per scelta personale, nell’area del moderatismo politico, convinto che il dialogo, il confronto, lo spirito di servizio, siano le credenziali principali dell’impegno politico per il bene comune.
Da un po’ di tempo, però, avverto il disagio che tutto questo ha ceduto il posto all’improvvisazione, al tornaconto elettorale, al protagonismo spicciolo, senza badare allo spettacolo indecoroso che si offre alla cittadinanza.
Ho aderito al PDL certo che una forza moderata potesse interpretare, anche con nuove figure estranee alla politica locale, in maniera passionale e lungimirante la partecipazione alla vita pubblica.
Purtroppo, alle buone intenzioni non sono seguiti i fatti, e gli eventi e i comportamenti si sono dimostrati e, purtroppo, continuano a dimostrarsi irresponsabili rispetto alla realtà che la città vive.
Sono entrato nell’assise municipale proprio a seguito di stravolgimenti e vicissitudini di cambi di consiglieri per le varie Giunte succedutesi al governo cittadino.
Ho cercato di dare il mio contributo senza alzare più di tanto la voce, anche all’interno del gruppo consiliare di appartenenza, per trovare i giusti equilibri e fare in modo che la città si potesse giovare di un’Amministrazione coesa e forte dell’appoggio delle forze di maggioranza.
L’ultima crisi amministrativa, con le vicende interne al PDL locale, che hanno ulteriormente acuito le distanze tra il primo cittadino e una parte dei consiglieri pidiellini, susseguenti alle dimissioni del Coordinatore cittadino, stanno contribuendo ad un’ulteriore e deleteria stasi della gestione amministrativa comunale.
Avrei voluto esternare queste mie preoccupazioni già all’atto della costituzione della ultima nuova/ vecchia Giunta nominata dal Sindaco Dotoli. Ma il vincolo di parentela col dimissionario Coordinatore PDL, avrebbe potuto essere strumentalizzato.
Speravo che le buone volontà prevalessero almeno dopo l’ultimo strappo, invece gruppi e gruppuscoli rialzano la voce per una visibilità in Giunta e siccome non mi va di essere abbinato a questo modo di far politica, avendo dato atto di affidabilità anche in circostanze delicate, come l’approvazione dei Debiti fuori bilancio in vacatio sindacale, senza nulla a pretendere, comunico che parteciperò alla vita amministrativa con la costanza consueta ma critico e valutatore di quanto si porterà alla conoscenza del Consiglio comunale, riservandomi di esprimere il mio giudizio sulla validità degli atti nell’interesse pubblico, astenendomi dall’attività del partito di appartenenza fin quando non avvertirò la certezza e constaterò di fatto che parli una voce unica, nel rispetto degli organismi e dei deliberati della linea politica assunta nei confronti dell’elettorato, senza ammettere fughe in avanti di chicchessia o prepotenze gestionali.
Il Consigliere comunale PDL
Vito MAGGI


