Il 29 novembre prenderà il via l’Anno fasaniano, il XXV della canonizzazione di San Francesco Antonio Fasani di Lucera avvenuta il 13 maggio 1986 in Piazza San Pietro a Roma ad opera di Giovanni Paolo II.
Per celebrare l’evento è stato formato un Comitato operativo incaricato di organizzare e promuovere le iniziative che durerà 12 mesi. Saranno coinvolti diversi ambiti civili e religiosi in un progetto pastorale e culturale con cui incrementare la conoscenza e il culto del Fasani, anche e soprattutto nelle giovani generazioni.
Qualche giorno fa è stata scelta anche l’immagine ufficiale di San Francesco Antonio Fasani che accompagnerà gli eventi civili e religiosi per tutti i 12 mesi. Si tratta di un’opera di Rocco Malatacca, seminarista della diocesi di Lucera-Troia che ha realizzato su tela una nuova e suggestiva raffigurazione del Padre Maestro lucerino, con lo sfondo che riproduce l’abside del santuario a lui dedicato.
All’appuntamento di martedì interverranno padre Giovanni Iasi, rettore del santuario di San Francesco Antonio Fasani e presidente del Comitato operativo, Raffaele Checchia, vice presidente del Comitato operativo e Pasquale Bartolino, coordinatore della Commissione per le Feste del Padre Maestro.
Intanto le prime anticipazioni per l’avvio delle celebrazioni si riferiscono ad una tavola rotonda "Lucera per Fasani" la sera del 26, un concerto polifonico la sera del 27 e la rievocazione del Transito (morte) di San Francesco Antonio Fasani la sera del 28. Per il giorno successivo, giorno dell’inizio ufficiale, è stata già annunciata la presenza di monsignor Michele Di Ruberto, vescovo titolare di Biccari e segretario della Congregazione delle cause dei Santi, il cui prefetto e cardinale in pectore monsignor Angelo Amato renderà visita al Fasani nel mese di maggio 2011.
Scheda su San Francesco Antonio Fasani
Quando Giovanniello era ancora piccolo, il padre morì e sua madre fu costretta a risposarsi con Francesco Farinacci, anch’egli un buon cristiano come il defunto Giuseppe. I coniugi, di comune accordo, mantennero Giovanniello agli studi ed egli si dimostrò subito molto studioso e diligente
Entrò giovinetto nell'Ordine di San Francesco, tra i frati minori conventuali del convento di Lucera che sorgeva a poca distanza dalla sua casa, tutt’oggi umile cappella aperta al culto dei pellegrini. In quell’ambiente rifulse per innocenza di vita, spirito di penitenza e povertà, ardore serafico e zelo apostolico. Il 23 agosto 1695 entrò nel noviziato dei frati minori conventuali di Monte Sant’Angelo, prese il nome di Francesco Antonio e il 23 agosto 1696 vi emise la professione religiosa. Compi gli studi superiori in vari ‘collegi’ dell’Ordine.
Nel 1704 Fasani fu mandato a completare la sua formazione nel sacro convento di Assisi dove ebbe come direttore spirituale il servo di Dio Giuseppe A. Marcheselli, e fu ordinato sacerdote il 19 settembre 1705. Vi rimase fino al 1707, dedicandosi agli studi teologici in vista del ‘magistero’ in teologia" e alla predicazione. Destinato a Lucera come ‘lettore in filosofia’, rientrò in patria nel 1707. Nel 1709, superati gli ultimi esami, fu proclamato ‘Padre Maestro’, appellativo con cui lo chiama ancora oggi il popolo lucerino.
Dalla scuola, dal pulpito e dal confessionale esplicò un intenso e fecondo apostolato, percorrendo tutti i paesi della Capitanata e molti del Molise, così da meritarsi l'appellativo di apostolo della sua terra. "Profondo in filosofia e dotto in teologia", come attestò il beato Antonio Lucci, suo confratello e vescovo di Bovino, fu anche reggente di studi nel collegio filosofico di Lucera, e poi guardiano del convento e maestro dei novizi, modello ai confratelli di osservanza regolare.
Nel 1721 fu nominato, con speciale Breve di Clemente XI, ministro provinciale della provincia religiosa conventuale di S. Angelo, che in quel tempo si estendeva dalla Capitanata al Molise. Scrisse alcune operette predicabili, tra cui un Quaresimale, due Mariali, altre opere mariane, due esposizioni al Pater e al Magnificat, e vari Sermoni, alcuni in lingua latina. Suo principale intendimento nel predicare era quello di "farsi capire da tutti", come nella sua modestia era solito dire, e la sua catechesi, tipicamente francescana, era rivolta di preferenza all'umile popolo verso cui si sentiva particolarmente attratto.
Inesauribile fu la sua carità verso i poveri e sofferenti con diverse iniziative spesso innovative ma sempre efficaci. Ma il suo zelo e la sua carità sacerdotale rifulsero in modo singolarissimo nell'assistenza ai carcerati e ai condannati che accompagnava personalmente fino al luogo del supplizio per confortarne gli estremi momenti.
Fece restaurare decorosamente la chiesa trecentesca di San Francesco, centro per quasi trentacinque anni continui della sua indefessa attività sacerdotale.
Fu devotissimo dell'Immacolata Concezione, e alle anime che egli dirigeva era solito inculcare gli atti di ossequio alla Madonna e la meditazione delle sue virtù. Anche oggi è oggetto di particolare venerazione nella stessa chiesa la bella statua dell'Immacolata, recentemente restaurata, che il Fasani commissionò al famoso scultore napoletano Giacomo Colombo.
Morì a Lucera il 29 novembre 1742, il primo giorno della novena dell'Immacolata. Fu beatificato da Pio XXII Il 15 Aprile1951 ed è stato Canonizzato da Giovanni Paolo II il 13 Aprile 1986.San Francesco Antonio Fasani si festeggia 1l 29 novenbre.