Diciamo la verità: tante volte ce la suoniamo e ce la cantiamo solo dalle nostre parti, spesso anche gonfiandoci il petto, senza, però, avere risultati che superino i modesti confini municipali. Di che stiamo parlando? Della storia lucerina, che dovrebbe fare da battistrada almeno nella Daunia, mentre, invece, accade che viene relegata addirittura a rimorchio di manifestazioni minori. Osserviamo cosa accade quando vengono organizzati in Puglia i convegni riguardanti il periodo federiciano: nel calendario dei lavori difficilmente si parla della presenza saracena a Lucera, di Federico II, dei d’Angiò e compagnia cantando. Eppure, si tratta di momenti di grande valenza per quelle civiltà che hanno attraversato i nostri territori e la nostra città più significativamente. Eppure, per il grande arabista Francesco Gabrieli, la fortezza lucerina è la seconda in Europa per la sua architettura militare! Perché questo preambolo? Per dare il giusto risalto alla iniziativa del neo assessore alla cultura e vice sindaco Costantino dell’Osso, il quale ha partecipato con l’orgoglio di lucerino al convegno che si è tenuto a Roma dal titolo:” Cristiani e musulmani in Capitanata nel XIII secolo” (organizzato dall’Istituto Storico Germanico), mettendo al centro dei lavori proprio il ruolo della nostra città all’interno delle vicende trattate dagli autorevoli relatori. Nulla di eccezionale, intendiamoci, ma questa partecipazione ci dice quanto si può fare nel momento in cui il ruolo dell’assessore ha una impostazione in grado di valorizzare il patrimonio di una città dalla forte presenza monumentale, con un retroterra di storia di primo piano, con la presenza di figure che hanno attraversato la migliore cultura non solo cittadina e provinciale, ma addirittura il quadro nazionale. E’ la dimostrazione che si può fare cultura ed altro solo se al ruolo viene riconosciuto quella professionalità richiesta dai problemi, bandendo le forme che privilegiano solo appetiti clientelari.
Nel suo intervento, il senatore si è lasciato prendere dalla commozione quando i relatori si sono soffermati sul ruolo di Lucera nelle vicende richiamate nel tema del convegno. Torno – ha detto - nella mia Lucera più innamorato che mai della sua storia, convinto della sua vocazione a città del dialogo e della convivenza, del suo ruolo di laboratorio politico orientato alla creazione di un modello laico e non confessionale delle istituzioni. Credo proprio a Federico II e alla sua illuminata volontà, se Lucera da “clara e ditissima” divenne “ pulchram et potentem”. E ancora quasi a dare più ritmo al suo intervento: ”La storia della mia città, la sua architettura urbana e monumentale non può prescindere dalla figura di Federico II che pure fu a Lucera solo poche volte. Guardando alla sua storia, a me pare che si possano ritrovare tutte le motivazioni dell’evoluzione della storia del Mezzogiorno, dove accanto alla classica divisione tra “occidente ed oriente”, si mescolano altre due anime:“ universitas et communitas”,concetti che rimandano ad una contrapposizione tra mondo federiciano e mondo angioino. Dove il primo si fa esaltatore di processi di condivisione di aggregazione e di emancipazione”.
Discorso bello, suggestivo, ma forse commemorativo. Torniamo al pratico. Per il futuro cosa prevede l’assessore alla cultura Dell’Osso? Ecco la risposta. “L’Amministrazione comunale intende recuperare il rapporto – dimenticato, ma pur vivo e presente – con la sua storia che si presta ad approfondimenti ed auspicabili azioni di rivalutazione e di recupero, costruendo, in tal modo una sinergia tra la mia città e l’Università di Foggia e questo prezioso Istituto Storico Germanico di Roma. Rivalutazione e recupero che stiamo facendo per la pinacoteca e il museo “Fiorelli” che, a breve, sarà inaugurato. Dell’Osso ha donato al direttore dell’istituto prof. Michael Matheus la pubblicazione di Rosanna Di Battista dal titolo “Il palazzo imperiale di Federico II a Lucera”, un titolo che si innesta magnificamente nel canovaccio del tema trattato dal convegno.
Silvano Di Muro


