La città non n’è può più di questa politica divenuta irrespirabile sul piano morale. La città prova letteralmente nausea per una politica che anziché occuparsi dei problemi della collettività, si azzanna, si avvita su se stessa, litiga, fa polemiche per questioni di interesse personale. A questo punto, per cercare di decantare la situazione, occorrerebbe copiare il modello romano e far scendere in campo qualche professore in grado di imporci le soluzioni. In questo caso, il professore sarebbe il commissario prefettizio, che viene ritenuto l’elemento giusto per affrontare e risolvere qualche problema cittadino, al riparo dai tentativi di mettere in campo i veti incrociati di partiti e persone che in essi militano. I cittadini non manifestano preferenze, nel senso che hanno visto sul campo recentemente naufragare tutti i tentativi di dare vita a coalizioni coese, responsabili, dinamiche, fattive. Ha fallito il centro sinistra, sta fallendo il centro destra, benché quest’ultimo sia stato gratificato di un consenso tale da far dire a Dotoli di poter disporre veramente di una corazzata. La politica è divenuta di una inconsistenza tale che qualsiasi soluzione a questo punto appare adeguata a fronteggiare l’emergenza. Si, perché la città vive in emergenza, che si somma a quella nazionale. In questo contesto, chiunque dovrebbe avvertire l’onere, la responsabilità, il buon senso di muoversi nella direzione di recuperare qualche margine utilizzabile per tentare un colpo di reni. Invece, si fa esattamente l’opposto con spirito quasi sadico.
Insomma, la gente reclama il commissario prefettizio e lo reclama a vita, anche tenendo conto dei precedenti positivi che hanno visto gli uomini della Prefettura comportarsi egregiamente. Il centro destra sembra non capire che il tempo è scaduto. Per sua fortuna ha una opposizione molto morbida, non incalzante, anch’essa assuefatta al clima molle della assoluta inadeguatezza programmatica. In altri tempi, si sarebbe infuocata Piazza Duomo di proteste, quando la vecchia sinistra e i vecchi sindacati sapevano mobilitare le piazze. Si, d’accordo, qualche ordine del giorno circola, qualche dichiarazione pure, ma è troppo poco per modificare la situazione, per rappresentare l’indignazione della gente. Resta a fare l’opposizione vera, convinta, sussultante il solo Antonio Tutolo, che si è messo alla testa dei problemi, nella speranza che anche i cittadini lo segnano e lo incoraggino. Ormai, sperare che in questa legislatura cambi qualcosa è semplicemente illusorio. Il partito di maggioranza relativa – il PDL – si permette anche il lusso di disfarsi degli uomini migliori, come è certamente Peppino De Sabato, il coordinatore costretto a dimettersi per le risse continue scatenate all’interno del suo presunto partito. Forse solo le elezioni potrebbero dare una svolta alla situazione, nella speranza che possano cambiare gli attori.
a.d.m.


