Ci piace pensare che la segreteria provinciale del Pd abbia raccolto la nostra recente sollecitazione diretta a far conoscere la sua opinione in merito alla nota querelle Abate-Forte, che sta dilaniando il partito a Lucera. Dicevamo nella nostra ultima corrispondenza (del 3 marzo scorso) che era molto grave il silenzio del segretario provinciale, Paolo Campo, il quale consentiva che le due parti continuassero a darsele di santa ragione, evitando il richiamo alla responsabilità dei ruoli e il rispetto delle regole, che devono essere alla base della vita di una qualsiasi formazione politica. E Paolo Campo ha preso carta e penna ed ha firmato un comunicato stampa chiarissimo in cui afferma che Fabrizio Abate è pienamente legittimato a dirigere la segreteria politica a Lucera, che, a sua volta, dispone di una maggioranza e che la componente Forte è al momento una espressione della minoranza. Testualmente ad evitare che qualcuno ricominci a ricamarci strumentalmente:” Il partito democratico a Lucera ha un segretario in carica assolutamente legittimo, ovvero Fabrizio Abate; nel partito al momento ci sono una maggioranza e una minoranza; auspico che la dialettica interna al partito possa tornare nel perimetro normale del confronto democratico. Non vi sono due Pd a Lucera. E’necessario che siano rispettate le regole e i ruoli”. E’ quello che noi modestamente abbiano sempre sostenuto, proprio ad evitare che la situazione potesse generare. Sinora le due parti tiravano il segretario dalla propria parte a seconda della convenienza del momento. Campo ora è stato chiaro, per cui si tratta solo di comportarsi di conseguenza. Consentiteci qualche riflessione, se non è peccato.
Franco Forte - e ci dispiace dirlo sul piano personale – deve rassegnarsi a fare la minoranza e a comportarsi di conseguenza, in attesa che possa cambiare la situazione a suo vantaggio all’interno del partito, come normalmente avviene da che mondo è mondo. Oppure, deve emigrare altrove, lasciandosi la libertà di esporre le sue idee, ma senza coinvolgere il partito. Insomma, un po’ come ha fatto Pietro Scioscia, il quale si è dichiarato indipendente una volta che ha compreso che la sua militanza nel Pd attuale era diventata non più compatibile con le proprie idee. Su questa decisione ognuno può esprimere la propria valutazione (e noi lo abbiano fatto in tempi non sospetti, inimicandoci lo stesso Scioscia!), ma resta il fatto che oggi egli ha libertà di pensiero, di parole e di azione all’interno del Consiglio Comunale e in quegli ambiti che gli sono politicamente vicini. Del resto, la conclusione della vicenda era nell’aria nei termini tracciati ora da Paolo Campo, tenuto conto che il partito non poteva pensare di riacquistare spazio sprecando tutte o quasi le sue energie appresso al tormentone delle stucchevoli polemiche interne.
Qualora Forte dovesse decidere di rimanere nel Pd, non deve sentirsi delegittimato o mortificato, perché una figura della sua esperienza e della sua storia può risultare preziosa e di stimolo a chi oggi ha la responsabilità diretta della gestione del partito. Noi gli consigliamo di continuare a battesi nel partito (rispettando ruoli e regole, come dice Campo) con l’impegno che gli è congeniale e muovendosi nella direzione di acquisire quei consensi che servono al Partito Democratico per decollare su un terreno oggi ancora poco arato e concimato. Franco Forte ha una doppia responsabilità, perché è anche esponente del partito a livello provinciale, per cui deve sentire maggiormente il peso della posizione del suo segretario dauno.
a.d.m.


