Il Pd di Lucera ha proclamato ufficialmente lo stato di lutto. Ne ha dato notizia lo scosso coordinatore locale, Fabrizio Abate, attraverso il comunicato stampa che leggerete a parte e che è richiamato in coda alla presente corrispondenza. Decisione opportuna quella assunta da questo partito, che giustamente ha deciso di annullare la sua “Festa Democratica” ( quella che una volta era indicata come la “Festa dell’Unità” e che si celebrava in settembre), perché, ovviamente, non ritiene di festeggiare nulla, perché nulla è da festeggiare, dopo il ridimensionamento insensato dell’ospedale e la chiusura del tribunale. E con il Pd è tutta la città che indossa la canonica fascia nera al braccia, insieme a tutte quelle popolazioni che sono state colpite e mortificate nella loro dignità istituzionale e nel diritto a vivere in un quadro sociale difficilissimo, al limite della sopravvivenza. Naturalmente il lutto dovrà essere elaborato, metabolizzato, come avviene con un qualsiasi lutto. Ma, dopo il lutto bisognerà riprendere la vita ordinaria e ripartire alla grande per tentare di recuperare le posizioni perse. In questo senso, bisognerà abbandonare l’atteggiamento di quanti ritengono che ormai non ci sia nulla da fare in questa direzione.
E’ vero: la situazione è difficilissima. E’ inutile nasconderselo. Però, se la politica dovesse tornare ad essere quella che si pone a capo dei problemi e non a rimorchio tutto diventa possibile. Perché è stata la politica, quella con la p maiuscola, che è venuta meno nelle circostanze sopra indicate, dato che per parlare e protestare si è dovuto ricorre ad un mix di voci che non esprimevano nulla che potesse far cambiare indirizzo ai professorini ministeriali. E lo dice lo stesso Abate nel documento, quando invita le popolazione alla vita attiva della politica, che non è il male assoluto, come tanti vorrebbero far credere, sempreché si ispiri a sentimenti di servizio, oseremmo dire quasi nobili. E bisogna soprattutto cessare di delegare sempre, salvo, poi, lamentarsi circa la mancanza di risultati. Se le vicende dell’ospedale e del tribunale riusciranno a determinare una presa di coscienza in questo senso, vuol dire che le ferite sul campo avranno almeno conseguito il risultato di un ricompattamento dei sentimenti popolari e il formarsi di una vera volontà di riscatto, perché Lucera e tutte le popolazioni dei Monti Dauni ritornino ad avere quel ruolo che loro compete in un consesso che ha fatto la storia della Capitanata. Ma, dice ancora Abate, bisognerà mettere da parte le piccole beghe, quelle di bottega, del chiacchiericcio continuo.
Dice bene, Noi, modestamente, lo andiamo dicendo da anni, proponendo anche quegli esempi che un tempo facevano delle nostre zone pure approdi appetibili per tutti i big della politica locale e provinciale. E’ chiaro che questo non può avvenire solo a Lucera. E’ il momento che anche il capoluogo dauno si svegli, perché anch’esso sta subendo il triste fenomeno della spoliazione del suo patrimonio. Ricordiamo l’ultima battaglia per l’Agenzia Alimentare che era stata assegnata a Foggia ed, invece, è finita altrove, perché i leghisti hanno imposto la logica della loro forza parlamentare. I nostri sono stati a guardare e subire, sperando che altri togliessero le classiche castagne dal fuoco. E sempre per riferirci al recente, si è visto come è finita la storia dei collegamenti via cielo. Insomma, bisognerà capire che è il momento di risvegliarsi,riattivare soprattutto quelle coscienze che pensano che la politica sia “affar loro” e non affare delle collettività. Quando tanti signori scenderanno dalle nostre parti bisognerà incominciare a cacciarli a pedate, a cominciare da quelli che hanno decretato il ridimensionamento dell’ospedale, ancora candidato alla chiusura. E sappiamo chi sono e dove abitano! Vedremo se riusciremo a fare almeno questo!
a.d.m.


