Se il coordinatore del PDL lucerino, Giuseppe De Sabato, ha perso la pazienza ( lui che è una mediatore di razza), come ci dicono le ultimissime cronache, vuol dire che la situazione è davvero difficile, anzi tragica. De Sabato – dato per dimissionario - ha tentato in tutte le maniera di far tornare il sereno nel partito, ma evidentemente le spinte e controspinte dei dissidenti hanno preso il sopravvento definitivamente. Quando il Sindaco Pasquale Dotoli è rientrato in campo si pensava che la situazione potesse tornare alla normalità, grazie alle precauzioni che si sperava avesse preso prima di avventurarsi con la composizione della sesta Giunta e ancor prima di ritirare le dimissioni. Pare, invece, che siamo al punto di partenza. Questi sono davvero pazzi, si continua ad affermare nei circoli politici! Gli ormai dissidenti del PDL dovrebbero dire chiaramente dove vogliono andare a parare, perché con il loro comportamento stanno danneggiando la città per conto della quale sono stati eletti. E’ il risultato della politica molliccia adottata dal partito. Noi sin dall’inizio della querelle abbiamo sostenuto che bisognava mettere alle strette coloro che non ritenevano di allinearsi alla linea del partito e adottare nei loro confronti il provvedimento di espulsione, qualora avessero insistito nello atteggiamento disfattista e anche moralmente censurabile. La politica del lasciamo correre ha finito col travolgere tutti, al punto che ora è difficile ristabilire i limiti entro cui potersi districare. Siamo al debordamento, allo straripamento.
Evidentemente Dotoli è stato ancora una volta tenero di cuore ed ha lasciato mano libera a quelli che in realtà non lo vogliono alla loro testa, benché questo lo abbia decretato il corpo elettorale a suon di voti. Il partito è ormai allo sfascio, se non obbedisce neppure alle indicazioni dei responsabili provinciali e ai capi delle correnti. A questo punto – ha ragione Antonio Tutolo – converrebbe ripartire con nuove elezioni, sperando che tanti di questi signori pazzi prendano la strada di casa, anzi dell’esilio. E se proprio vogliono mettere fine alla storia, farebbero bene a firmare una buona volta un documento di sfiducia e farlo recapitare a Dotoli. Così si porrebbe fine ad una vicenda politica squallida e incivile, una vicenda che in qualche maniera fa rimpiangere la Prima Repubblica, quando si litigava pure, ma senza perdere di vista i problemi della città. Questi signori novelli della politica scavezzacollo andrebbero fermati subito, perché ne va di mezzo il buon nome della città e i suoi interessi ,come dire anche il nostro buon nome e i nostri interessi. Tanti si erano illusi che una maggioranza ampia potesse agevolare il cammino amministrativo, operativo. Non è stato così. Risuonano ora le nostre affermazioni di partenza, quando dicevamo – per esperienza vissuta direttamente – che le maggioranze ampie sono quelle che hanno più difficoltà a governare per via dell’accrescere degli appetiti. Come si è visto anche a livello nazionale con il centro destra di Berlusconi.
a.d.m.


