Luca Paglione, 26 anni, laureato in Giurisprudenza, patrocinatore legale, è il nuovo segretario dei Giovani Democratici di Lucera. E’ stato eletto nel corso del congresso cittadino svoltosi il 4 marzo 2012, presso la sede del circolo del PD, “Giuseppe Parracino”, alla presenza del segretario provinciale dei GD, Antonio Stornelli. “Il cammino intrapreso dai GD a Lucera è la dimostrazione ulteriore della volontà del PD cittadino, guidato dal segretario Fabrizio Abate, di aprirsi al contributo ed alla partecipazione delle generazioni più giovani della nostra città”, afferma il neo-segretario dell’associazione giovanile del Partito Democratico.
“A Lucera sono tanti – aggiunge Paglione - i ragazzi preparati ed in grado di dare un contributo notevole allo sviluppo della città che, tuttavia, sono oggi disillusi da una politica che, in molti casi, ha tradito le loro aspettative. Non a caso, le linee guida della nostra organizzazione saranno la legalità ed il lavoro. Per il rilancio della nostra città, è necessario investire su cultura e formazione mettendo in atto politiche di riforme che rispondano a necessità di sviluppo, legalità e sicurezza”.
Al termine del congresso, è stata nominata la segreteria cittadina dei GD di Lucera, composta da: Roberta De Leo (vice segretario); Dario De Benedittis, Gezim Bezati e Michele Loiacono. Il congresso dei GD di Lucera è rientrato in una più ampia fase congressuale che ha interessato anche molti altri comuni della Capitanata, fra cui Cerignola e Foggia, e che si concluderà con il congresso nazionale dei Giovani Democratici che si terrà a Roma dal 23 al 25 marzo prossimi.
“Siamo un'organizzazione – ha detto il segretario provinciale Stornelli - che vuol essere sempre più la fucina del nuovo quadro dirigente del PD e del Paese. In questi anni, purtroppo si è smesso di costruire una nuova visione del mondo, di sognare nuove conquiste per le nuove generazioni. Noi giovani democratico vogliamo essere i propulsori del cambiamento. Vogliamo buttare giù i vecchi muri e ricostruire, superando la eccessiva personalizzazione della vita politica dei partiti e rimettendo la politica a governare i processi”.




