Il senatore e vice sindaco Costantino Dell’Osso è sceso in campo per parlare a sorpresa di politica. In precedenza aveva avuto modo di esplicitare il suo pensiero, ma solo per occuparsi di cultura in relazione alla sua delega o di questioni legate alla difesa dell’ospedale e del Tribunale. In una sua lettera/appello, Dell’Osso sostanzialmente richiama tutti al senso pratico della politica, a quella politica del fare che dovrebbe impegnare seriamente tutti coloro che vengono eletti unicamente per risolvere i problemi cittadini, specie quando il momento generale invita tutti responsabilmente a tenere dritta la barra. Dell’Osso spiega perché è sceso in campo, superando quella situazione di incomunicabilità che lo aveva visto costretto ad abbandonare la maggioranza di centro destra, per la quale pure aveva dato un contributo importante per il successo elettorale. Lo ha fatto per dare un contributo alla soluzione dei problemi, mettendo a frutto la sua esperienza amministrativa e professionale. E i frutti si stanno vedendo proprio in questi giorni caratterizzati dalla battaglia per le due istituzioni lucerine sopra menzionate. Il senatore è davvero in prima fila, incoraggiando tutti e facendosi elemento trainante per i successivi passi. Tornando alla politica, Dell’Osso non si ritiene responsabile delle vicissitudini al negativo che hanno connotato la vita del PDL, che si è fatto male da solo. Né la questione paradossale del capogruppo può essere imputata alla sua presenza, prima o dopo la ridiscesa in campo.
La valutazione della ripresa di collaborazione con Dell’Osso non è da vedersi come un fatto clandestino, ma è stata opportunamente esaminata dai vertici provinciali del partito avendo sempre presente di trovare la migliore soluzione per ampliare i confini della maggioranza e, soprattutto, dare una accelerata nella direzione dell’attuazione del programma elettorale. Dell’Osso ha ammesso che la sua decisione non è stata indolore, né sotto il profilo politico, né sotto quello personale, però è prevalsa la voglia di riprendere in mano la situazione insieme a tutti gli altri e battersi per gli interessi della città. Dell’Osso sembra dire che il ruolo di vice sindaco non gli procura particolare soddisfazione, tenuto conto degli incarichi in precedenza ricoperti ( già consigliere comunale, consigliere e assessore provinciale, senatore e componente della segreteria istituzionale del Senato del presidente di Giovanni Spadolini, Sottosegretario all’Interno ecc.). La decisione è stata sofferta e in qualche maniera è maturata anche a seguito delle attuali disavventure di Lucera, che rischia lo scippo dell’ospedale e del tribunale. Proprio in relazione a quest’ultime questioni, la politica lucerina dovrebbe ricompattarsi e muoversi unitariamente per trovare una voce unica e forte.
E lo deve fare soprattutto la maggioranza residua, che deve mostrarsi senza sbavature dinanzi ai tentativi di mettere una azione di spoliazione che mina a privare la città del suo patrimonio sanitario, sociale e giudiziario. E per ribadire il ruolo trainante della città nel Subappennino dauno, in un quadro di difficoltà che vede questo territorio arretrare sempre di più e perdersi inevitabilmente nella foschia dell’indifferenza e dell’abbandono. Dividersi in questo momento significherebbe fare male alla città, come dire farsi male da soli. La cittadinanza non comprenderebbe le alchimie e le strategie volte ad ottenere un incarico a danno di quelle questioni che riguardano i superiori interessi della collettività. C’è da augurarsi che l’appello del senatore Dell’Osso arrivi alla mente e alle coscienze soprattutto di quanti continuano ad esercitarsi per un frammento di visibilità, per una citazione sul giornale e per accaparrarsi una casacca di rappresentanza già sbiadita in partenza.
Antonio Di Muro


