Tutti gli occhi della politica lucerina sono puntati sull’esito del prossimo Consiglio Comunale. Come dire gli occhi puntati sui numeri, cioè se la maggioranza di centro destra riuscirà a ricompattarsi e, soprattutto, se l’iniezione dei due dellossiani (Gabriele Dell’Osso e Michele Miani) abbia sortito qualche effetto benefico sull’ampiezza, appunto, dei numeri. Il fatto che i sei consiglieri comunali ( tre tutoliani più Aurelio Ruggiero, Francesco Di Battista e Michele Cedola) abbiano chiesto la convocazione dell’assise potrebbero essere valutato come elemento di ordinaria amministrazione, tenuto conto che l’opposizione ricorre a queste “incursioni” quando subodora che le maggioranze hanno qualche problema di compattezza. Anche perché i sei appartengono ad estrazione politicamente diversa, anzi qualcuno era espressione del centro destra, Michele Cedola, appunto. Significativamente, forse, non vediamo intruppato Pietro Scioscia, che pure è della sinistra antagonista, per cui avrebbe avuto tutto l’occasione per porre la firma circa la convocazione del Consiglio. La prossima riunione dovrà chiarire due questioni: 1) è valsa la pena l’operazione Dell’Osso per ampliare la maggioranza, oppure si avrà l’effetto contrario per la presenza dei ben noti guastatori di feste? 2) come si porrà la questione dell’incompatibilità del senatore Dell’Osso, il quale viene accusato di stare in posizione difettosa per la condizione di stare in lite col Comune, in relazione alla nota vicenda della revoca dell’incarico di direttore generale?
Prima riflessione. Qualora l’operazione si dovesse rivelare fallimentare ci sarebbe da chiedere come mai un uomo dell’esperienza di Dell’Osso non abbia valutato in tempo i rischi della dissidenza, che pure c’è ed opera alla luce del sole. Lo stesso Dotoli non potrebbe tirarsi fuori, se non altro perché è passato attraverso una esperienza ampia in tale comparto di acquisti sbagliati e cessioni avventate. Francamente non crediamo che i citati soggetti non abbiano valutato preventivamente e appieno l’esito dei loro passi. Per la seconda questione, a naso, si può dire che effettivamente Dell’Osso ci appare in posizione tale da non poter ricoprire il ruolo di amministratore. A naso. Perché, poi, bisogna approfondire la questione in termini giuridici, per cui può darsi che la cosa sia possibile. A meno che Dotoli e Dell’Osso non abbiano già rimesso le carte riguardanti la denuncia e relativa difesa, motivo per il quale non vi sarebbero ragioni ostative circa l’incarico di assessore. Naturalmente a Dotoli e Dell’Osso spetterà l’onere di giustificare il loro comportamento, ma questo è affar loro, che diventa nostro nella misura in cui si individueranno elementi connessi all’interesse pubblico. Staremo a vedere. Da quello che sappiano noi non ci dovrebbero essere sorprese, nel senso che ci potrebbe anche essere qualche prevedibile defezione, ma, al netto di esse, il risultato potrebbe parlare a vantaggio di Dotoli e compagni. Perché se anche questa volta il rimpasto si dovesse rivelare senza esito, la via per uscirne sarebbe quella di affidarsi al giudizio del corpo elettorale.
a.d.m.


