Una premessa doverosa. Non abbiamo letto la delibera di Giunta di cui parleremo in appresso, per cui non siamo in grado di formulare una valutazione con cognizioni di causa, come si diceva un tempo. Si tratterebbe di questo, almeno da quello che raccontano i giornali e da quanto abbiamo potuto apprendere da una dichiarazione del consigliere comunale di minoranza del FLI, l’avvocato Francesco Di Battista. La Giunta avrebbe reclutato alcuni avvocati che dovrebbero prendere le difese degli amministratori comunali, in caso agli stessi venissero indirizzate offese o, comunque, fatti oggetto di comportamenti tali da intaccare l’onorabilità, la dignità di quanti ci amministrano. Sembrerebbe, da quello che sostiene Di Battista, che l’azione a difesa andrebbe anche a beneficio dei destinatari delle interrogazioni, qualora il contenuto di questi atti contenessero riferimenti offensivi. Insomma, il succo della delibera sarebbe questa. Ci auguriamo di aver fatto una buona sintesi, posto che anche noi non ci abbiamo capito molto. Veramente non si capisce il senso formale e pratico di simile provvedimento. Intanto, i consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione, possono fare tutte le interrogazioni che vogliono, sempre , ovviamente, nei termini che la correttezza istituzionale impone. Non c ’è avvocato che tenga in simili occasioni!
Naturalmente l’interrogante deve rispondere negli stessi termini di correttezza, dato anche che, a parti rovesciate, potrebbe scattare ugualmente la motivazione per adire le vie legali. Ma questo difficilmente accade. Nello stesso Consiglio Comunale di Lucera non ricordiamo di aver assistito a fatti offensivi, benché vivaci. E’ ovvio che eventuali spese legali vanno a carico del Comune, perché il fatto denunciato è collegato direttamente all’aspetto dei rapporti istituzionali. Se, viceversa, eventuali azioni di diffamazione avvengono al di fuori dell’attività amministrativa in senso stretto e riguarda magari il comportamento politico personale è inevitabile che la cosa diventa un fatto privato meritevole dell’attenzione del magistrato, a spese,però, di chi ha procurato l’eventuale danno, salvo diversa decisione del giudice. Anche i rappresentanti della stampa sono avvisati, perché se qualche articolo o dichiarazione in voce dovesse risultare maliziosa o con intenti diffamatori sia pure camuffata dal dolce linguaggio della politica, il dirigenti comunale di settore è abilitato a mettere subito in azione uno di questi avvocati guardie del corpo, appositamente indicati in delibera, per far valutare ed eventualmente far scattare la procedura giudiziaria .
Insomma, una maniera per dire ai rappresentanti della alla stampa: ”State attenti perché d’ora innanzi vi terreno nel mirino delle querele e su di voi sarà esercitato un controllo rigoroso ad evitare sbavature nelle interpretazioni e valutazioni di provvedimenti o di azioni singole degli amministratori e dirigenti”. Alla faccia della libertà, della democrazia, della correttezza deontologica e quant’altro. Alla fine qualcuno di noi occuperà le stanze delle patrie galere, così come sta accadendo per il direttore del “Il Giornale” Alessandro Sallusti, il quale rischia un anno e due mesi di galera per non aver svolto il controllo su un articolo scritto da un suo collaboratore. Se questa è la migliore strada per migliorare i rapporti di buon vicinato tra amministratori e giornalisti lo lasciamo dire ai lettori, rapporti che non necessariamente devono avere un ruolo di conflittualità, tenuto conto che i due soggetti dovrebbero mirare allo stesso obiettivo: porsi al servizio della collettività. Sarebbe il caso che il Sindaco Pasquale Dotoli chiarisse.
a.d.m.


