Il provvedimento del giudice Giulia Stano è giunto nel momento peggiore per il Sindaco Pasquale Dotoli, ammesso che in precedenza ve ne siano stati migliori. Si tratta dei reintegro del comandante Beniamino Amorico, il quale ha fatto ricorso contro il decreto del primo cittadino, col quale veniva praticamente sollevato dalle funzioni di numero uno della polizia municipale e dirottato all’ufficio protocollo. Il giudice ha detto che non si poteva fare e lo ha esplicitato attraverso una serie di considerazioni giuridiche che qui non è il caso di riportare per brevità. Dunque, Amorico vince su tutti i fronti e dovrà prestissimo riprendere il suo posto. Una sconfitta netta per Dotoli, una sconfitta anche per il segretario del tempo Re ( uomo che conosce benissimo la macchina comunale), il quale ha controfirmato il decreto. Noi sin dall’inizio abbiamo evidenziato i rischi del provvedimento di Dotoli, se non altro perché non si è mai visto, per quel che si può ricordare, che un Sindaco detronizzasse il comandante dei vigili, il quale dovrebbe essere il più fedele alleato nei rapporti con l’Amministrazione, come si dice il braccio operativo. Questi decreti stanno portando male a Dotoli. Ha iniziato con quello col quale ha mandato a casa Dell’Osso, ha concluso mettendo la firma sul gemello di Amorico. E nell’intermezzo ci sono state altri atti alquanto discutibili, di cui alcuni sono finiti nella mani della magistratura inquirente. Diciamola tutta.
La vittoria del comandante è un’altra sconfitta vista in chiave politica. Qui ritornano i peccati originali, come abbiamo sempre detto. Con gente scafata al suo fianco forse Dotoli non avrebbe commessi errori di tale portata, ovviamente commnessi in buona fede, ma mal consigliato. Ovviamente, l’episodio deve essere visto anche in chiave politica, ma dovrebbe servire di lezione per l’avvenire e ristabilire una rapporto corretto tra Amministrazione e comando vigili, quantunque la cosa ora risulterà più difficile per il solco che si è aperto tra i vertici dell’una e dell’altro. Sarà anche difficile ridisegnare il ruolo del corpo di polizia municipale, che era tra le priorità di questa Amministrazione e che, invece, si è mantenuto tra alti e bassi, anzi più bassi che alti, senza mai giungere a quella condizione di sufficienza invocata dalla gente, pur tenendo conto delle difficoltà finanziarie nelle quali si dibattono i Comuni. Ora non sappiamo come si comporterà Dotroli, ma riteniamo che si opporrà alla decisione del giudice Stano. Anche perché le spese di giudizio sono a carico del Comune, cioè di tutti noi. Concludiamo dicendo che la città ha bisogno di serenità. di tranquillità e non di liti continue, per cui c’è da augurarsi che a questo punto le cose possano evolversi diversamente.
a.d.m.


