“Adottiamo una canna dell’organo”: detta così sembra una richiesta un po’ stravagante ed, invece, è una cosa seria. Di che si tratta? Del maestoso organo della Cattedrale di Lucera che ha bisogno di una salutare e indilazionabile manutenzione. Non è un organo qualsiasi, beninteso, perché fa parte del grande patrimonio dell’interno della Basilica, che comprende pezzi di assoluto valore storico e artistico, in linea con la straordinaria valenza monumentale della chiesa. E’un organo di una singolare armonia di linee ed è tra i pochi della sua età ancora in attività. Però, l’usura del tempo e l’aggressione della polvere proveniente dal rosone principale ne minano la funzionalità, che, perciò, ha bisogno di una manutenzione costante. Grandi canne si elevano al cielo, dalle quali si sprigionano note di una arcana sinfonia. Purtroppo, quest’organo ha perduto col tempo due preziosi e naturali tutori, i quali si spendevano, anche in proprio, per far sì che fosse sempre a regime. Ci riferiamo a don Eduardo Di Giovine e a don Fedele De Cesare, entrambi eccellenti organisti della schola cantorum “S. Cecilia”, il primo divenuto poi anche direttore della citata corale.
La manutenzione di questo splendido esemplare di vecchio organo non è semplice ed è molto costosa, perché bisogna trovare artigiani che conoscano i vecchi meccanismi nell’era dell’informatizzazione, artigiani, perciò, difficilmente reperibili. Una volta don Fedele ci diceva che spesso doveva industriarsi per trovare e letteralmente braccare questi signori. E quando venivano finalmente reperiti si facevano pagare a peso d’oro. I due suddetti sacerdoti, canonici e perciò entrambi facenti parte del Capitolo, sono deceduti, per cui quest’organo ha perduto i suoi naturali tutori, una specie di medici di famiglia, lasciando scoperto quello spazio di assistenza che veniva riempito anche da una sorta di forte affezione verso questo grande contenitore di respiro musicale. Ora c’è bisogno di mettere mano a quest’organo, che incomincia a balbettare ed ha già lanciato qualche segnale di aiuto. Insomma, occorrono soprattutto mezzi per rimetterlo in sesto. Che fare?
Il Capitolo ha lanciato una sorta di sottoscrizione popolare, invitando i fedeli (e i benefattori in generale) ad adottare una canna dell’organo, in modo tale che ciascuno possa accollarsi l’onere della manutenzione funzionale. Chi vuole può contattare il presidente del Capitolo Cattedrale don Giovanni Pinto, il tesoriere don Giovanni Mace, oppure il parroco della stessa Cattedrale don Ciro Fanelli. Va ricordato che quest’organo ha accompagnato (e accompagna ) le grandi e solenni cerimonie liturgiche, per cui non ha solo una funzione, come dire?, decorativa. Certo, i moderni piccoli organi sono quasi portatili e facilmente utilizzabili, ma quando si elevano le noti vibranti e solenni del grande organo vengono spazzati via e lungo le navate sembra scendere sembra scendere un grande sussulto spirituale. Insomma, aiutiamo quest’organo a stare sempre in efficienza e per farlo basta assumersi l’impegno di prendersi carico, sul piano economico, di una delle grandi canne. Siamo certi che soprattutto i fedeli di Santa Maria lo faranno, specie in concomitanza con le feste patronali.
a.d.m.