Nei licei della scuola italiana, già colpita da tagli e provvedimenti inaccettabili, stanno partendo corsi paramilitari, validi come crediti formativi, dal titolo “Allenati alla vita”. Sconcertati dall'incredibile decisione dei ministeri della Difesa e dell’Istruzione, intendiamo affermare che questa iniziativa risulta altamente dannosa perché estranea alla finalità della scuola e stravolge il contenuto del progetto “Cittadinanza e Costituzione” o quello di altre iniziative come “La pace si fa a scuola”. Tra i temi proposti, spiccano la cultura militare, armi e tiro, i mezzi dell’esercito, sopravvivenza in ambienti ostili e, addirittura, la difesa nucleare (concetto ormai improponibile nel panorama giuridico internazionale che, già nel 1963, Giovanni XXIII considerava assurdo, “alienum a ratione”; l’Italia, tra l’altro, ha ratificato il Trattato di Non proliferazione per il disarmo nucleare globale).
Siamo di fronte a una novità pericolosa, antiformativa e antipedagogica. Insegnare-imparare a sparare non è compito della scuola della Repubblica Italiana dove risplende l’articolo 11 della Costituzione e dove sono maturate ipotesi di difesa nonviolenta anche tramite corpi civili di pace che non vengono adeguatamente organizzati perché il governo preferisce investire 20 milioni di euro per la “mini naja” (progetto “Vivi la Difesa”, presentato come strumento di “cultura della pace”). Vengono così tagliati i finanziamenti al Servizio civile nazionale col rischio di far seccare le radici piantate negli anni ’85, ’92, ’98, 2001 e 2004 a favore della “Difesa civile non armata e nonviolenta”.
Chi lotta contro la piaga dei bambini soldato nei paesi in guerra non può accettare la nascita a casa propria degli "studenti guerrieri". Chi vuole contrastare il bullismo non può pensare di farlo in modo paramilitare. Nel clima attuale, basato sul governo della paura, tali progetti possono solo diffondere l’idea della violenza armata come strumento normale di soluzione dei conflitti (con la convinzione che la guerra è un sistema naturale e necessario di convivenza). Consolidano l’idea del nemico da eliminare. Alimentano i pregiudizi e ne creano di nuovi. Manipolano le emozioni. Porteranno molti a farsi legge da sé, a praticare la legge del più forte. Una scuola che accogliesse simili progetti non aiuterebbe certo i giovani a usare la forza della ragione anziché la ragione della forza.
E' bene ricordare il motto nonviolento: se vuoi la pace prepara la pace.
Nel respingere tali istanze, genitori, famiglie, dirigenti scolastici, docenti e alunni sviluppino programmi educativi collegandosi alla Tavola della pace (ad esempio “Ospita una persona: incontra un popolo” e “La mia scuola per la pace”, patto siglato il 4 ottobre 2007 tra Ministero della Pubblica Istruzione e il convento di Assisi); rilancino il programma degli “Interventi civili di pace per la prevenzione e trasformazione dei conflitti” (partito nel 2008 grazie a un accordo tra 7 associazioni, il Comune di Firenze e il Ministero Affari Esteri) e riprendano l’originaria impostazione di “Cittadinanza e Costituzione”.
In molti luoghi la scuola è e può essere ancora laboratorio di pace dove è possibile esplorare le mappe della nonviolenza, accostare volti ed esperienze, organizzare iniziative di solidarietà o riflessioni operative su bambini soldato, infanzia negata, dignità della donna, pena di morte, guerre dimenticate, mine antipersona, disarmo chimico o nucleare, malattie e accesso ai farmaci, immigrazione, diritto internazionale, acqua bene comune, commercio equo e solidale, sobrietà e nuovi stili di vita.
Il compito di una scuola seria e serena è quello di educarci alla pace come costruzione di una vita bella e buona, ricca di amicizie e di relazioni, animata dalla fresca energia della nonviolenza, aperta alla speranza. Non ci può essere futuro senza educazione alla pace."
Firenze, 26 settembre 2010
da Genitoritosti
"[...] Usare le armi.
Questi percorsi "allenati alla vita" dovrebbero dare dei crediti ai nostri figli.La scuola magari dovrebbe insegnare altri valori.Quanto sperperio di denaro pubblico, a proposito della crisi e dei tagli: evidentemente, per certe cose, i soldi ci sono sempre.
Una scuola dove mancano gli insegnanti di sostegno dei disabili, dove mancano gli ausili per poter far frequentare le lezioni ai disabili, dove manca financo l'acqua calda per poter lavare il disabile quando si rende necessario. Una scuola dove, chi accompagna il disabile, non ha un parcheggio perchè il dirigente scolastico non ha pensato di crearlo o magari lo occupa lui/lei abusivamente.Questa è la scuola? anzi: la Scuola?Una scuola che oggi con la riforma ti fa fare un'ora di informatica a settimana.
Questa è la scuola?
Oggi che tutto gira intorno ai PC, si programma solo un'ora di informatica a settimana.
Questa è la scuola?
Dove sono i pc? Magari, poi, nell'ora risicata di informatica, gli studenti devono pure fare a turno davanti al monitor.....Il primo giorno di scuola avrebbe fatto bene, il Ministro, a presentarsi nelle scuole vere italiane dove manca tutto, dove i docenti devono inventarsi tutto pur di lavorare.
"ALLENATI PER LA VITA".
Questo slogan lo RUBO e lo uso per noi famiglie di disabili.Noi, ormai, siamo allenati a questa vita, a questa "scuola", dove i nostri figli sono sopportati e non integrati, sono dei numeri nei registri e PURE SEGNATI CON L'EVIDENZIATORE (così si individua meglio il disabile, caso mai non si vedesse dall'aspetto).
Siamo ALLENATI a dover lottare, ma non nei percorsi militari - TROPPO FACILE!
Siamo allenati a dover DISCUTERE ANIMATAMENTE con il dirigente scolastico di turno, se vogliamo che ai nostri figli siano trattati come studenti.
Siamo ALLENATI a dover essere umiliati, se ti senti dire dagli addetti ai lavori di USARE la tua badante per fare l'assistente alla persona, dentro la scuola, a tuo figlio.Assistente alla persona, pagata da me, dentro la scuola? Ma non esiste!
La scuola deve provvedere ad individuare le persone che si devono occupare di tuo figlio tramite la ASL!
ALLENATI ALLA VITA!!!Siamo allenati a tutto, ma non siamo allenati a farci passare per fessi."